Lo spettacolare passaggio della cometa Tsuchinshan-ATLAS del mese scorso è sicuramente da annoverare tra le più belle esperienze astronomiche che l’osservazione del cielo stellato possa regalare. La seconda edizione di Universo a scuola, a cui docenti ed alunni sono invitati a partecipare, non poteva allora che essere dedicata a questi effimeri visitatori cosmici dall’estremo fascino.
Protagonista indiscusso dell’ultimo mese dell’anno invece è sicuramente Saturno, il pianeta più bello del Sistema solare perché finalmente visibile in prima serata e per gran parte della notte. La sua osservazione al telescopio lascia sempre tutti a bocca aperta, perché la “stravagante forma” è così perfetta che sembra più un artefatto o un disegno appiccicato all’oculare che una visione diretta di un corpo celeste. Eppure, a partire da questo mese, lo stupore che scaturisce dai suoi magnifici anelli, aumenta per un ulteriore insolito dettaglio.
Circa ogni 15 anni infatti, quando il pianeta raggiunge l’equinozio, le orbite dei satelliti che gli ronzano attorno e quella dei sottili anelli che lo circondano appaiono dalla Terra quasi perfettamente di taglio, tanto che il prossimo marzo 2025 – ma solo per alcuni giorni – il pianeta sembrerà addirittura perdere il popolarissimo anello che lo contraddistingue, anche se sarà difficile accorgersene a causa della bassa elongazione dal Sole.
La “sparizione” degli anelli
Il fenomeno è riportato e descritto da alcuni osservatori del passato, primo fra tutti Galileo Galilei, che non riuscendo a comprendere la natura dell’anello, descrisse Saturno come il pianeta con le orecchie, come un oggetto tricorporeo dall’aspetto immutabile, perché a differenza dei satelliti di Giove, anche a distanza di molti mesi, quei corpi rimanevano tra loro fissi, almeno apparentemente.
Alla fine del 1612 infatti quelle orecchie cominciarono inaspettatamente a scomparire, lasciando il disco del pianeta come un corpo spoglio e solitario, curiosamente proprio come raccontava il mito di cui il pianeta era protagonista:
Come riporta la Teogonia di Esiodo infatti, il titano Crono (Saturno per i Romani), saputo che sarebbe stato spodestato da uno dei suoi figli, decise di divorarli uno per uno fin dalla loro nascita. Neppure lui però riuscì a cambiare le sorti del fato, e così, come racconta il mito, dopo avergli fatto vomitare tutti i figli, Zeus riuscì a prendere anche il potere.
La “sparizione” dei satelliti
Con i suoi 146 satelliti Saturno detiene attualmente il titolo di pianeta del Sistema Solare col maggior numero di lune. Molti di essi portano i nomi di Titani, Giganti e Ninfe che nella mitologia greca erano fratelli e sorelle di Crono, come suggerito fin dal 1847 da John Herschel che per primo designò i nomi di Mimas, Encelado, Teti, Dione, Rea, Titano e Giapeto.
È bello raccontare allora che proprio in questo mese si da il via ad una serie di eventi molto rari che vede protagonisti Saturno, Titano e le loro rispettive ombre, che cominciando ad interagire tra loro, ci regaleranno transiti, eclissi ed occultazioni che, proprio come gli anelli, sembreranno inscenare quel mito rievocato da Galileo. Ora che dalla Terra c’è una visione di taglio del pianeta infatti, il satellite Titano, durante la sua orbita attorno a Saturno, transiterà dietro e sopra il disco del pianeta, sparendo alla vista quasi come se fosse da lui “divorato”, proprio come raccontava il mito.
Transiti, eclissi ed occultazioni di Titano
Il ciclo di transiti dell’ombra di Titano sul disco di Saturno comincerà il 4 di questo mese, mentre dal 27 ottobre è cominciato pure quello delle sue eclissi da parte dell’ombra di Saturno. Fenomeni, che scandendo il periodo di rivoluzione della seconda luna più grande del Sistema solare, si ripeteranno ogni 16 giorni fino all’ottobre 2025, ma che almeno dall’Italia, potremmo osservare solamente fino a marzo 2025, prima cioè che il pianeta raggiunga la congiunzione col Sole.
Dal febbraio 2025 sarà Titano stesso a transitare sul disco del pianeta o a essere da esso occultato. I due fenomeni si ripeteranno per circa un anno, anche se, pure in questo caso, potremo provare a osservarli solo dall’autunno 2025, perché solo allora si verificheranno quando il pianeta sarà visibile nel cielo serale o notturno. In modo particolare il 24 febbraio 2025 sarà l’unica occasione per poter scorgere o riprendere dall’Italia il satellite e la sua ombra transitare contemporaneamente su Saturno, una visione resa purtroppo complicata dalla vicinanza del Sole e dalla poca altezza sull’orizzonte.
Ecco allora i principali appuntamenti del mese per ammirare questa titanica danza tra Saturno e la sua luna maggiore: il 4 novembre 2024 l’ombra di Titano attraverserà il polo nord di Saturno solo in modo radente, diversamente dal 20 novembre, quando sarà invece più facilmente osservabile. Il 12 novembre il titanico satellite sarà pian piano eclissato dal pianeta per circa 3 ore a partire dalle 19:30 e lo stesso si ripeterà il 28 novembre dalle 18:30 UT. Per riuscire a seguire questi fenomeni serviranno un telescopio di medie dimensioni ed alti ingrandimenti perché raggiungendo un diametro di circa 0,8 secondi d’arco, Titano appare apparentemente più piccolo anche di Europa, il più piccolo dei quattro satelliti galileiani.
Le costellazioni del mese
Secondo la mitologia greca la volta celeste è letteralmente sorretta da un titano condannato a portarla sulle spalle per l’eternità per aver partecipato a quella battaglia in cui i titani provarono a spodestare gli dei olimpici e che porta il nome di Atlante. Con la sua figura si intrecciano le storie di molti personaggi delle costellazioni visibili in queste sere: ad Ovest, ad esempio c’è Ercole, l’unico che avrebbe sostituito per qualche momento Atlante in quella titanica impresa, ma solo in cambio delle mele d’oro che stava cercando e che erano custodite nel giardino delle Esperidi; giardino sorvegliato inoltre dal Dragone, una costellazione posta ai piedi di quella di Ercole. Ad Est sorge invece Perseo, che secondo il mito pietrificò Atlante con i poteri della Testa di Medusa che porta tra le mani, per essersi rifiutato di ospitarlo, trasformandolo così in quella catena montuosa africana di cui porta il nome e che da sempre sembra appunto “sorreggere” il cielo.
Accanto a Perseo ci sono le Pleiadi e le Iadi, tutte figlie di Atlante, ed a Sud le costellazioni dei Pesci e del Capricorno, che secondo il mito rappresentano rispettivamente Afrodite, Eros e il dio Pan che per sfuggire all’ira dei titani hanno assunto le sembianze di animali marini.
Ecco infine la Balena, il Mostro marino che, quasi imitando Crono, avrebbe dovuto appagare l’ira delle Nereidi divorando la principessa Andromeda; ecco il Pesce Australe che con la sua bocca rappresentata dalla stella Fomalhaut si disseta sotto le Acque Celesti versate dall’Acquario; ed ecco a Nord – Ovest gli astri della coda dell’Orsa Maggiore, che secondo la tradizione Nord Americana, nelle vesti di uccelli cacciatori, hanno finalmente raggiunto l’Orsa del Nord rappresentata dal rettangolo del Grande Carro: uccidendola e cibandosene finiscono per sporcare le foglie degli alberi di sangue, dando origine alla stagione autunnale che stiamo attraversando e riuscendo a dare nello stesso tempo una spiegazione a quel letargo invernale che porta l’animale a sparire per alcuni mesi e a riapparire quasi “miracolosamente”.
Luna, pianeti e comete
Con l’allungarsi della notte avremo più tempo per osservare anche i pianeti. Mercurio, Venere e Saturno saranno visibili in prima sera: i primi due ad Ovest e Sud – Ovest rispettivamente; l’ultimo a Sud – Est. E dalla seconda parte della sera sarà visibile anche Giove. A notte fonda lo seguirà Marte, che a fine mese stazionerà per qualche giorno nella costellazione nel Cancro non lontano da M44, l’Ammasso Alveare. Chi può dia pure un’occhiata ad Urano che trovandosi in opposizione, raggiungerà una magnitudine tale da per essere anche visto ad occhio nudo sotto cieli molto bui.
La cometa Tsuchinshan-ATLAS che ha dato spettacolo a metà ottobre, non è più visibile ad occhio nudo e diventerà in questi giorni sempre meno luminosa; per cui, se nella prima parte del mese sarà ancora possibile provare a cercarla con un binocolo, pian piano diventerà più che altro un oggetto da fotografare. Per cui potete continuare a inviare i vostri scatti al gruppo flickr dedicato.
Congiunzioni
Il 7 novembre sarà bello osservare la Luna al binocolo perché apparirà inscritta all’interno del Terebellum, un Quadrilatero stellare a forma di aquilone posto nella costellazione del Sagittario; il 21 novembre sarà in congiunzione larga con Marte ed M44; ed il 25 novembre sarà in congiunzione stretta con Zavijava nella costellazione della Vergine.
Il 22 e 23 novembre la cometa Tsuchinshan-ATLAS sarà in congiunzione con Alya, Theta Ophiuchi. Sempre il 22 Venere sarà in congiunzione con l’azzurra Nunki ed il 29 il pianetino Cerere con 62 Sagittarii, una delle stelle del Terebellum.
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