Aggiornato il 28 Novembre 2024
Con settembre concludiamo il trittico estivo della rubrica Il cielo del mese di EduINAF curata dai ricercatori e dai divulgatori dell’Osservatorio Astronomico della Regione Autonoma Valle d’Aosta e del Planetario di Lignan. Tristezza? Tutt’altro, è il momento di festeggiare! Infatti dal 27 al 29 settembre si tiene il 32° Star Party a Saint-Barthèlemy, la festa dell’astronomia più antica d’Italia. Lo Star Party ha ottenuto il patrocinio dell’INAF e dell’Agenzia Spaziale Italiana, i principali enti del nostro Paese per lo studio del cielo e dello spazio.
Il vallone di Saint-Barthèlemy è tra i siti osservativi con meno inquinamento luminoso dell’Italia settentrionale. Dal 2020, il comprensorio di Lignan è il primo Starlight Stellar Park in Italia, certificato dalla Fundación Starlight per conto dell’International Astronomical Union, l’associazione che riunisce astronome e astronomi a livello mondiale, e riconosciuto anche dall’UNESCO, l’agenzia per la cultura delle Nazioni Unite. Durante lo Star Party il cielo è ancora più buio, perchè il Comune di Nus opera lo spegnimento dell’illuminazione pubblica di Lignan, la frazione montana dove sorgono le nostre strutture, e dei dintorni più immediati.
Approfittando della fase di Luna calante e confidando nel meteo favorevole, il cielo valdostano può regalare panorami mozzafiato. Oltre alle osservazioni con i propri telescopi in aree attrezzate, il programma prevede diverse attività , alcune gratuite, altre a pagamento su prenotazione: gli spettacoli al Planetario di Lignan; il concerto Moonlight From… del chitarrista e compositore Vincenzo Adelini, in occasione del centenario dell’invenzione dei planetari; visite guidate notturne in Osservatorio Astronomico; il concorso di astrofotografia digitale; per i più piccoli, il concorso di disegno astronomico e la novità della Ludoteca spaziale; il 9° Astronomical Science & Technology Expo, la fiera della strumentazione astronomica.
Prima della festa, c’è l’aperitivo: nel fine settimana che precede lo Star Party, sabato 21 settembre si svolge al Civico Planetario “Ulrico Hoepli” di Milano la terza edizione del festival Galactic Park, con tanti appuntamenti dedicati all’astrofisica, la cosmologia, l’astrobiologia e l’esplorazione spaziale. Tra gli enti patrocinatori c’è anche il nostro centro di ricerca e cultura scientifica, perchè è importante sostenere iniziative che avvicinano alla conoscenza del cielo, a maggior ragione nelle città (grandi e piccole) dove purtroppo le stelle sono di fatto cancellate dall’inquinamento luminoso.
Se consideriamo che settembre è anche il mese della Notte europea delle ricercatrici e dei ricercatori, in programma venerdì 27, non mancheranno occasioni di approfondimento della scienza, in particolare dell’astronomia. E non solo in questo mese: quassù in cima alla montagna proseguiamo con le attività di ricerca scientifica di base, di trasferimento tecnologico, di divulgazione per il pubblico e di didattica con le scuole di ogni ordine e grado. Se avrete voglia di venirci a trovare, saremo contenti!
Veniamo ora agli appuntamenti secondo noi più significativi che il cielo ci offre a settembre.
Le fasi della Luna
La Luna sarà nuova martedì 3 settembre, nella fase di primo quarto mercoledì 11, piena mercoledì 18 e nella fase di ultimo quarto martedì 24.
All’inizio o verso la fine del ciclo delle fasi lunari, quando l’angolo tra Luna, Terra e Sole è ridotto considerando il nostro pianeta nel vertice, possiamo vedere a occhio nudo, oltre alla sottile falce illuminata direttamente dalla luce del Sole, anche il resto del disco lunare rischiarato dalla luce solare riflessa dalla Terra. Questo debole chiarore è denominato luce cinerea per via della sua diafana luminosità che appare di colore grigio chiaro.
Per coglierla, consigliamo di osservare a occhio nudo la Luna crescente il 7 e 8 settembre, indicativamente tra le ore 20.00 e le 21.00, quando il cielo, dopo il tramonto del Sole, comincerà a essere abbastanza scuro per evidenziare il fenomeno man mano che il nostro satellite si avvicina anch’esso all’orizzonte.
Come già capitato in agosto, anche la Luna piena di settembre sarà una Superluna (o Super Luna). Con questo termine si indica la fase di Luna piena che avviene quando il nostro satellite è nei pressi del perigeo, ovvero il punto della sua orbita alla minima distanza dalla Terra. In occasioni come queste, il disco lunare effettivamente è un po’ più grande e brillante di quanto non sia solitamente; tuttavia, si tratta di variazioni praticamente impercettibili a occhio nudo, misurabili in maniera quantitativa solo con strumentazione appropriata e professionale.
Secondo i calcoli dell’astronomo statunitense Fred Espenak, uno dei massimi esperti in materia, la Superluna di mercoledì 18 settembre avverrà con il nostro satellite a 357.486 km dalla Terra, rispetto alla distanza media di 384.400 km. Tra le quattro previste quest’anno (le ultime due saranno in ottobre e novembre), sarà la seconda più vicina. Il fenomeno al giorno d’oggi ha un interesse scientifico limitato agli studi di meccanica celeste, ma negli ultimi anni ha acquistato un grande rilievo mediatico, grazie anche al tam tam via social, e costituisce perciò una buona occasione per invitare a rivolgere gli occhi al cielo.
Ribadendo che a nostro parere Superluna di settembre sarebbe stato un bel titolo per una canzone della Premiata Forneria Marconi (ringraziamo chi potrà segnalare la cosa ai musicisti dell’ensemble), a impreziosire ulteriormente questa Superluna ci sarà un’eclisse parziale visibile anche dall’Italia. L’ombra della Terra proiettata nello spazio oscurerà un piccolo spicchio del bordo occidentale della Luna. Non sarà facile notarlo per le dimensioni estremamente contenute della zona in ombra (al massimo, l’8% dell’area del disco) e per l’orario: tra le 4.15 e le 5.15 circa del mattino del 18 settembre, scomodo sia per l’osservazione, sia per il fatto che il cielo diverrà sempre più chiaro man mano che si avvicina l’alba.
I pianeti
Attorno alle ore 5.30 del 1° settembre Mercurio sorgerà preceduto dalla sottile falce di Luna calante, che aiuterà a individuare a occhio nudo sull’orizzonte il puntino del più piccolo pianeta del Sistema Solare. Ricordiamo infatti che Mercurio non è osservabile con facilità , comparendo sempre nel cielo chiaro dell’aurora mattutina o del crepuscolo serale. All’inizio del mese si trova nelle condizioni migliori per l’osservazione, raggiungendo la massima elongazione dal Sole il giorno 5. Allora, sorgerà oltre un’ora prima dell’astro del giorno, giovandosi anche del fatto che i due corpi stanno percorrendo il ramo discendente dell’eclittica, così che Mercurio si troverà più a nord del Sole avvantaggiando gli osservatori boreali. Il pianeta nelle giornate successive si avvicinerà al Sole, divenendo sempre meno osservabile fino alla congiunzione del giorno 30. Nel corso del mese passa dalla costellazione del Leone a quella della Vergine.
Dal mattino passiamo alla sera, quando Venere è visibile basso sull’orizzonte verso ovest-sud-ovest. Allontanandosi dal Sole, le sue condizioni di osservabilità andranno migliorando. A inizio mese tramonta circa un’ora dopo il Sole, a fine mese un’ora e un quarto. Si trova nella costellazione della Vergine, per passare nella Bilancia verso fine mese. Non sarà un problema riconoscerlo nella luce del crepuscolo. Un’esile falce di Luna crescente farà compagnia a Venere alla sera del 5, vicino all’orizzonte.
Anche la visibilità di Marte, per quanto confinata alla seconda parte della notte, va leggermente migliorando nel corso del mese. A inizio settembre si trova nella costellazione del Toro e sorge verso l’una di notte, per passare velocemente nei Gemelli e anticipare la sua levata a mezzanotte a fine mese. Al mattino prima dell’alba, appare alto in cielo, una sessantina di gradi sopra l’orizzonte, per poi diventare invisibile nella luce del giorno.
Pochi gradi a occidente di Marte non sfugge il brillante Giove, ancora nella costellazione del Toro: la distanza dal pianeta rosso aumenta nel corso del mese. Sorge poco dopo mezzanotte a inizio settembre, anticipando la sua levata fino alle ore 22.30 a fine mese. Basta un piccolo strumento ottico per osservare qualche dettaglio della sua atmosfera e i quattro satelliti maggiori (Io, Europa, Ganimede e Callisto), che orbitano attorno al pianeta gigante con periodi che vanno da 1,8 giorni per il satellite Io, il più vicino, fino a 16,7 giorni per il più lontano Callisto. A fine mese la Luna calante a notte inoltrata compirà un bel balletto celeste con Giove e Marte: nella notte tra il 22 e il 23 aprirà il corteo, sorgendo prima di loro; tra il 23 e il 24 sarà pochi gradi a nord di Giove nei pressi della stelle Elnath, il corno che il Toro ha in comune con la costellazione dell’Auriga; il 25 affiancherà Marte; il 26 e 27 infine chiuderà la fila dei tre corpi del Sistema Solare, sorgendo per ultima.
Tra i pianeti, il protagonista delle serate settembrine sarà Saturno, in opposizione al Sole il giorno 8, quindi visibile tutta la notte. Culminerà verso sud nelle ore centrali della notte a un’altezza di circa 40°. Già con un piccolo telescopio si notano gli anelli, anche se per la prospettiva dalla Terra quest’anno appariranno di taglio. Se ciò impedisce di apprezzarne al meglio la struttura circolare, questa configurazione permette di scorgere all’oculare senza difficoltà Titano, il suo satellite maggiore che impiega circa 16 giorni a compiere un’orbita attorno al pianeta, e altre lune meno brillanti come Rea, Dione e magari anche Encelado, tra i satelliti più interessanti del Sistema Solare per le speculazioni sulla possibilità che l’oceano di acqua allo stato liquido nascosto sotto la sua superficie ghiacciata possa ospitare un ambiente adatto potenzialmente allo sviluppo della vita. A proposito di lune, la nostra Luna si avvicinerà prospetticamente a Saturno nelle notti del 17, dove sarà più a occidente del pianeta, e del 18, quando sarà più a oriente.
Sempre all’interno dei confini della costellazione del Toro troviamo Urano, pochi gradi a sud delle Pleiadi e qualche grado a ovest di Giove, quindi le sue condizioni di osservabilità sono simili a quelle del pianeta più grande del Sistema Solare. È visibile a patto di utilizzare almeno un binocolo; con uno strumento ottico più potente si può vedere il suo disco dal gradevole colore verde acqua.
Nel corso del mese Nettuno raggiunge l’opposizione, nella notte tra il 20 e il 21: ciò significa che al tramonto del Sole il pianeta sorge dall’altra parte dell’orizzonte, nella costellazione dei Pesci. Il pianeta, che a causa della sua distanza appare di dimensioni esigue, è troppo debole per poter essere osservato a occhio nudo. Uno strumento modesto permette di notare il suo colore azzurro intenso; utilizzando telescopi più potenti si vede un piccolo disco senza particolari evidenti. Poco prima dell’opposizione, il 18 settembre, Nettuno sarà occultato dalla Luna, anzi dalla Superluna, ma per le nostre latitudini accadrà in pieno giorno, risultando invece osservabile dall’America settentrionale.
La cometa C/2023 A3 Tsuchinshan-ATLAS
La cometa è stata individuata il 9 gennaio 2023 all’Osservatorio della Montagna purpurea di Nanchino in Cina e il 22 febbraio dal telescopio ubicato in Sudafrica del sistema automatico ATLAS (Asteroid Terrestrial-impact Last Alert System). I due istituti hanno avuto così il privilegio di associare il proprio nome alla cometa, dato che Tsuchinshan è la traslitterazione del nome “Montagna purpurea” dal mandarino cinesealfabeto latino.
La cometa non era nota in precedenza. Le sue caratteristiche suggeriscono che potrebbe essere la prima volta che passa dalle parti del Sole, provenendo dagli estremi confini del Sistema Solare. Raggiungerà la minima distanza dalla nostra stella, cioè il perielio, il 27 settembre, a circa 58 milioni di km. Se sopravviverà al passaggio ravvicinato, il 12 ottobre si troverà alla minima distanza dalla Terra, attorno ai 70 milioni di km.
In queste occasioni non è escluso che la cometa possa diventare visibile a occhio nudo. Le rigide temperature dello spazio interplanetario hanno tenuto in serbo ghiacci e polveri del nucleo cometario, quindi in vicinanza del Sole potrebbe formare una chioma abbondante e lunghe code. Tuttavia, proprio perchè non è stata osservata prima, il suo comportamento non è prevedibile con esattezza: iniziali stime entusiastiche che annunciavano “la cometa del secolo" sono state seguite da pareri più prudenti.
Per scoprirlo dobbiamo aspettare l’ultima settimana di settembre, quando la cometa potrebbe mostrarsi al mattino presto prima dell’alba, comunque difficile da vedere perchè molto bassa sull’orizzonte e immersa nel chiarore dell’aurora. Se tutto andrà bene, allora nella seconda metà di ottobre potremo ammirarla nel cielo del crepuscolo. Non ci resta che attendere!
L’equinozio d’autunno
Inizia l’autunno astronomico: quest’anno l’istante dell’equinozio di autunno cade domenica 22 settembre alle ore 14.43 di tempo civile. Il Sole, attraversando l’equatore celeste (proiezione dell’equatore terrestre sulla volta celeste), lascia l’emisfero celeste boreale per entrare in quello australe. In qualunque luogo del mondo il dì (la parte del giorno di 24 ore in cui il Sole è sopra l’orizzonte) ha praticamente la stessa durata della notte. Infatti il termine equinozio deriva dall’espressione latina aequa nox, ossia “notte uguale (al dì)”.
Le costellazioni
Come si conviene a un mese di transizione tra due stagioni, all’inizio della serata settembre mostra ancora un po’ del cielo estivo, per poi passare il testimone alle costellazioni autunnali nel corso della notte. Ricordiamo che la visibilità di una stella in cielo dipende da vari fattori, compreso il moto di rivoluzione della Terra attorno al Sole: man mano che il nostro pianeta si sposta nello spazio, cambia il nostro punto di vista e quindi il modo in cui vediamo una stella. Per questo motivo ci sono alcune costellazioni tipiche di una certa stagione.
A ovest osserviamo la stella Arturo, la stella più brillante della costellazione di Boote, nome italiano che deriva dal greco e significa “bifolco", cioè la persona che lavora nei campi, per esempio rivoltando il terreno con un aratro trascinato da buoi. Arturo è addirittura la stella più brillante tra tutte quelle visibili a occhio nudo in queste notti. Sera dopo sera si presenta a un’altezza progressivamente inferiore, a ricordarci che la stagione estiva sta per giungere alla conclusione.
Dopo cena possiamo ammirare sopra la nostra testa l’asterismo del Triangolo estivo, di cui abbiamo trattato ampiamente nella precedente puntata di questa rubrica. Lo costituiscono le brillanti stelle Vega nella costellazione della Lira, Deneb in quella del Cigno e infine Altair in quella dell’Aquila. Il Triangolo estivo è attraversato dal chiarore diffuso della Via Lattea che, estendendosi da nord est a sud, sembra tagliare idealmente il cielo in due metà .
Da una fascia celeste all’altra: lungo l’orizzonte meridionale le costellazioni dello zodiaco sono visibili dalla Bilancia all’Ariete, che sorge attorno a mezzanotte. A sud est si può osservare il Pesce australe, da non confondere con la costellazione zodiacale dei Pesci. Il nome della sua stella più brillante, Fomalhaut, deriva da un’espressione in arabo medievale che vuol dire “la bocca del pesce". Secondo un’antica tradizione, infatti, rappresenta il vertice del muso dell’immaginario animale celeste.
Concludiamo la nostra perlustrazione della volta celeste voltandoci dalla parte opposta di Fomalhaut, quindi verso nord. Vediamo così l’Orsa maggiore bassa sull’orizzonte, con le sette stelle più facilmente riconoscibili che compongono l’asterismo del Grande carro, famoso perchè permette di individuare la Stella polare nella vicina costellazione dell’Orsa minore.
In quella stessa zona di cielo è possibile osservare anche la coppia costituita da Cassiopea e Cefeo, che nel mito greco rappresentavano rispettivamente il re e la regina d’Etiopia. Attorno alle ore 22.30 si presentano affiancati, alti sopra la Stella polare. Cefeo sembra una casetta rovesciata, con la punta del tetto verso il basso, mentre la sinuosa figura a zig-zag di Cassiopea assomiglia a una lettera W oppure al numero 3. Cassiopea è attraversata dalla Via Lattea, anche se non particolarmente brillante.
Intanto, a oriente, sono sorte costellazioni come Pegaso, Perseo, Andromeda e la Balena. Sono legate a Cassiopea e Cefeo da un mito assai famoso, ma non lo descriviamo in questa sede per non togliere il piacere di farlo a chi descriverà il cielo autunnale nei prossimi mesi su EduINAF.
Fomalhaut
Fomalhaut, l’astro principale della costellazione del Pesce australe, è una stella così bella da vedere a occhio nudo e così interessante dal punto di vista scientifico che merita un approfondimento.
Intanto è la stella che annuncia l’arrivo dell’autunno. Infatti alle nostre latitudini comincia a potersi notare proprio alla fine dell’estate. È l’unica stella di prima grandezza tra quelle tipiche del cielo autunnale, occupando la diciottesima posizione nella classifica degli astri più luminosi del cielo notturno visibili a occhio nudo. Risulta abbastanza facile da riconoscere perchè si trova in una zona povera di stelle appariscenti, al punto da essersi guadagnata il soprannome di “stella solitaria”.
Per tutti questi motivi, occupa un posto particolare nella storia della cultura. Per esempio, si pensa che fosse una delle quattro stelle regali dei Persiani, scandendo l’alternanza delle stagioni insieme ad Aldebaran nella costellazione invernale del Toro, Regolo in quella primaverile del Leone e Antares in quella estiva dello Scorpione.
Le scoperte della moderna astrofisica hanno reso Fomalhaut ancora più interessante. Oggi sappiamo che è una stella nana di colore bianco-azzurrino, con una temperatura esterna di oltre 8.000 gradi e un diametro pari a poco meno del doppio di quello del Sole. Alla distanza di 25 anni luce, simile a quella di Vega (che si trova in tutt’altra direzione del cielo), la sua luminosità è più o meno 17 volte quella della nostra stella. Rispetto al Sole, però, è relativamente giovane, con un’età di circa 450 milioni di anni: anche se per noi ciò rappresenta intere ere geologiche, si tratta di appena un decimo dell’età del Sole. Non sorprende quindi che sia ancora circondata da un disco di detriti e polveri, materiale avanzato dalla sua formazione (anche in questo caso c’è un’analogia con Vega).
Nel 2008, dopo anni di studi, venne fatto un annuncio sensazionale: all’interno del disco si trovava un pianeta extrasolare, in orbita attorno a Fomalhaut. Questo mondo alieno, probabilmente un gigante gassoso simile a Giove, era stato addirittura fotografato con Hubble Space Telescope. Qualche anno dopo l’International Astronomical Union, che governa la nomenclatura ufficiale dei corpi celesti (en passant, nessuno può vendervi una stella perchè le diate il nome di una persona a voi cara: si tratta di un’odiosa truffa) organizzò un concorso mondiale per dare un nome ai pianeti extrasolari più significativi. Per il pianeta di Fomalhaut vinse Dagon, il nome di un’antica divinità mediorientale metà uomo e metà pesce. Gli appassionati di letteratura fantastica, in particolare horror e weird, ricorderanno che quel mito ispirò allo scrittore statunitense Howard Phillips Lovecraft uno dei suoi racconti più famosi, intitolato proprio Dagon.
Come in molti racconti fantastici, anche l’indagine scientifica su quell’esopianeta (pianeta extrasolare in breve) ha regalato un colpo di scena. Successive osservazioni del disco di Fomalhaut, infatti, non sono più riuscite a individuare il mondo alieno. Per spiegare l’arcano, è stata avanzata l’ipotesi che Dagon in realtà non fosse un pianeta vero e proprio, bensì una nuvola di frammenti derivanti dall’impatto di asteroidi che si erano scontrati dentro al disco. La nube all’inizio era molto concentrata, al punto da dare l’idea della presenza di un esopianeta. Man mano che orbitava attorno a Fomalhaut, però, si è allargata fino a dissolversi.
Osservazioni recenti svolte anche con il James Webb Space Telescope nella banda infrarossa hanno evidenziato una struttura complessa del disco, con una concentrazione di materia più interna e una più esterna. Per certi versi, ricorda la disposizione nel Sistema Solare della Fascia principale degli asteroidi e della cintura di Edgeworth-Kuiper, anche se i meccanismi che hanno prodotto queste formazioni possono essere diversi. Nella fascia più esterna è stata osservata un’altra grande nubi di polveri (“great dust cloud"). Secondo alcune recenti interpretazioni potrebbe però essere dovuta in parte all’emissione infrarossa proveniente da altri oggetti celesti visti attraverso il disco. Non è facile indagare qualcosa che si trova a 250 milioni di milioni di km da noi!
Abbiamo chiamato la stella Fomalhaut, ma c’è un altro colpo di scena. A essere precisi si tratta di Fomalhaut A. Forma infatti un sistema triplo con le due stelle Fomalhaut B e Fomalhaut C, rispettivamente una nana arancione e una nana rossa, quindi più piccole e meno calde della stella principale. Entrambe le compagne risultano invisibili a occhio nudo.
Come distanza angolare, le tre stelle sono molto separate in cielo l’una dall’altra: Fomalhaut B si trova circa 2° sotto Fomalhaut A, mentre Fomalhaut C è addirittura quasi 6° sopra, appartenendo perciò alla costellazione dell’Acquario! Se pensiamo che un angolo di 1° corrisponde a due volte il diametro della Luna piena, si comprende che è davvero una configurazione unica. Come distanza spaziale fisica, dalla A alla B c’è quasi un anno luce, dalla A alla C ci sono poco più di 2 anni luce nell’altra direzione! Tuttavia, gli studi hanno evidenziato che le tre stelle sono gravitazionalmente legate tra loro, condividendo un moto comune nello spazio. Stella solitaria sì, ma non troppo.
Anche Fomalhaut C possiede un disco di detriti, mentre un esopianeta attorno a Fomalhaut B è stato prima annunciato e poi smentito. Insomma, sono vizi di famiglia!
Due passaggi della ISS e della Tiangong sui cieli italiani
Sia la Stazione Spaziale Internazionale (ISS), sia la stazione spaziale cinese Tiangong possono essere viste a occhio nudo se si verificano contemporaneamente due condizioni: da noi, sulla superficie terrestre, il Sole dev’essere tramontato e il cielo già abbastanza buio; da loro, nello spazio, a circa 400 km di quota, il Sole deve illuminare le pareti metalliche, i pannelli fotovoltaici e il resto delle strutture, così che queste possano riflettere la luce, apparendo ai nostri occhi come un punto luminoso che attraversa il cielo.
La ISS è più estesa della Tiangong, quindi raggiunge una maggior brillantezza quando il passaggio è favorevole, ma possiamo scorgere bene anche la stazione cinese. Entrambe hanno equipaggio a bordo: lassù, dentro quel puntino in movimento, ci sono delle persone!
Va segnalato che i parametri orbitali delle due stazioni spaziali possono variare, a seconda delle necessità di manovra, quindi le previsioni che riportiamo nel seguito potrebbero cambiare. Prendiamo inoltre come riferimento la città di Roma, per la sua posizione baricentrica rispetto allo Stivale italiano e perchè è la capitale d’Italia. Gli orari precisi dei passaggi dipendono dalla località di osservazione e possono essere forniti per esempio dal sito web Heavens Above, liberamente accessibile, dal quale abbiamo tratto le informazioni che riportiamo in questa sezione. Per la facilità di utilizzo, ci sentiamo di consigliare questo sito; tuttavia esistono una moltitudine di app, software e altri siti web che danno le medesime informazioni, perciò possiamo trovare quello che più si adatta alle nostre esigenze.
Per la prima decade di settembre, la Stazione Spaziale Internazionale sarà visibile dall’Italia a occhio nudo prima dell’alba, tra le tre e le sei del mattino: un orario non proprio comodo, tenendo conto che per la maggior parte di noi le vacanze estive saranno ormai alle spalle e non possiamo più fare tardi. Per fortuna nel resto del mese la combinazione tra l’orbita della ISS e l’illuminazione che riceve dal Sole ci permetterà di ammirarla in un orario decisamente più accessibile, attorno all’ora di cena o poco dopo.
Tra i vari passaggi previsti sulla base degli attuali parametri orbitali della ISS, segnaliamo quello del 14 settembre, quando poco prima delle nove di sera si sposterà dal Mar Tirreno al Mar Adriatico, tagliando la penisola dalla Campania verso il Gargano. Sarà assai brillante (magnitudine apparente -3,8 a Roma) e visibile da tutto il Paese. Attraverserà il cielo da sud ovest a nord est: la direzione in cui guardare cambia a seconda della posizione in cui ci troviamo, con le regioni meridionali avvantaggiate perchè apparirà più alta sull’orizzonte.
Proprio in quei giorni, tra il 9 e il 16 settembre, comincerà la scuola nelle varie Regioni italiane e speriamo che ammirare il passaggio della ISS possa essere di buon auspicio per un sereno anno scolastico.
La Stazione Spaziale Internazionale, come indica il nome, è un’impresa portata avanti dalle agenzie spaziali di più nazioni (la statunitense NASA, la russa Roscosmos, l’europea ESA, la canadese ASC-CSA e la giapponese JAXA). La stazione spaziale Tiangong invece è gestita dalla cinese CMSA. La Tiangong sarà visibile per la prima parte di settembre di primissima mattina, quando il cielo sta diventando chiaro per le luci dell’aurora, per poi passare a un più comodo orario serale nella seconda metà del mese.
Tra i passaggi più interessanti notiamo quello del 21 settembre, attorno alle ore 20.40. La stazione spaziale cinese sorvolerà l’Italia dalla punta della Sardegna alla Puglia settentrionale, con una sorpresa: al confine tra il Mar Tirreno e la costa, entrerà nell’ombra della Terra.
Il passaggio durerà quindi pochi minuti e proprio quando sarà più brillante (magnitudine apparente -2,3 da Roma), scomparirà all’improvviso - esattamente come la stagione estiva che poche ore dopo, con il verificarsi dell’equinozio, lascerà il posto all’autunno anche dal punto di vista astronomico.
Anche noi lasciamo il posto a chi scriverà questa rubrica per i prossimi mesi. Salutiamo e soprattutto ringraziamo chi ci ha letto durante la nostra gestione del cielo del mese, nonchè la redazione di EduINAF che ci ha invitato nuovamente a collaborare a questo progetto.
Vi aspettiamo tutte e tutti a Saint-Barthèlemy, la vallèe des ètoiles!
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