Aggiornato il 3 Agosto 2020
L’uomo fin dall’antichità è sempre stato affascinato da ciò che non conosce e mosso da una curiosità innata ha sempre cercato di scoprire nuove cose sulla realtà che lo circonda. Uno di questi metodi volti alla scoperta “dell’infinito” (inteso come ciò che ancora non si conosce) è l’osservazione del cielo e lo studio dell’universo che ci circonda. Non sempre è necessario l’utilizzo di strumenti specifici (telescopi) per l’osservazione. L’occhio umano può trovare gratificazione per l’animo anche osservando semplicemente una notte stellata.
Osservare il cielo
Osservare il cielo significa risvegliare un istinto primordiale. L’osservazione è importante saperla fare bene, ad esempio lontano dai centri abitati e dalle fonti di luce dove è più facile rintracciare e identificare stelle e pianeti e seguirne i movimenti.
Qualunque strumento ottico può dare risultati soddisfacenti purchè:
- sia ben realizzato;
- sia usato con competenza;
- si abbiano le giuste aspettative;
- si osservi in condizioni idonee.
I telescopi potenziano le capacità dell’occhio in due modi:
- consentono di ingrandire le immagini degli oggetti osservati;
- raccolgono una maggior quantità di luce, in ragione del maggior diametro (rispetto ai 6~7mm della pupilla umana). L’ingrandimento consente di vedere dettagli non percepibili ad occhio nudo (crateri lunari, dischi planetari…), mentre la maggior raccolta di luce rende visibili oggetti troppo deboli per l’occhio nudo (stelle deboli, nebulose, galassie…). Ogni tipologia di oggetti presenterà un ingrandimento “ottimale”, sempre in proporzione al diametro dello strumento.
Dettaglio delle osservazioni
Lo strumento più semplice per uso astronomico è il binocolo: offre un ingrandimento fisso relativamente basso e consente visioni di ampie porzioni di cielo. Binocoli di grandi dimensioni consentono ingrandimenti maggiori e visioni più nel dettaglio, tuttavia vanno usati su un treppiede o un apposito supporto orientabile. Per lavorare ad ingrandimenti maggiori bisogna passare ai telescopi. Tuttavia bisogna stare attenti nell’ingrandimento poichè più si ingrandisce e più le immagini diventano più scure ed i dettagli più fini finiscono col perdersi. Il parametro che definisce quanto un telescopio può “ingrandire” è il diametro in millimetri dell’obiettivo. Questo valore è pari al massimo ingrandimento ancora ben godibile sulla maggior parte degli oggetti (ad esempio, 100x per un obiettivo di 10cm di diametro, 200x per uno di 20cm, ecc…), fermo restando che:
- oggetti molto brillanti come Marte o altri pianeti, potranno giovarsi di ingrandimenti maggiori, ma raramente (se non mai) oltre il doppio di tale valore;
- oggetti deboli ed elusivi (nebulose, galassie) si apprezzeranno meglio ad ingrandimenti proporzionalmente inferiori (tra 1/7 e 1/2 di tale valore).
Per variare gli ingrandimenti occorre sostituire il gruppo ottico detto “oculare” che si trova in prossimità dell’occhio. Non tutti i telescopi consentono visioni a bassi ingrandimenti e largo campo e quindi sono inadatti all’osservazione di oggetti deboli ed estesi a causa del “rapporto focale”, mentre tutti sono più o meno in grado di raggiungere ingrandimenti elevati. I telescopi a lenti sono più semplici da utilizzare perchè la loro struttura è rigida e le varie parti ottiche non richiedono collimazione.
Vediamo ora quali oggetti possiamo osservare in cielo questo mese. La descrizione che segue è tratta da it.wiki:
Le costellazioni di agosto
Il cielo di agosto si presenta dominato dalla scia luminosa della Via Lattea e dall’asterismo del Triangolo Estivo.
La Via Lattea attraversa il cielo da nord-nord-est a sud-sud-ovest, e appare divisa da una banda scura logitudinale, la fenditura del Cigno; proprio nella costellazione del Cigno, la cui parte settentrionale si presenta allo zenit, si trova la parte più intensa della Via Lattea dell’emisfero boreale: è compresa tra le stelle Sadr e Albireo, che formano l’asse inferiore di quello che viene chiamato asterismo della Croce del Nord; con un semplice binocolo si possono osservare ricchissimi campi stellari, con varie associazioni di astri minuti e spesso dai colori contrastanti.
L’asterismo del Triangolo estivo è un punto di riferimento irrinunciabile per reperire le principali costellazioni: il vertice più settentrionale Deneb (la stella meno luminosa delle tre) domina la costellazione del Cigno, Vega, la più brillante, quella della Lira; la più meridionale, Altair, è l’astro principale della costellazione dell’Aquila.
La Via Lattea prosegue verso sud, dove si trova il rigonfiamento che indica il centro galattico; qua, compresi tra la brillante costellazione dello Scorpione, ormai prossimo al tramonto, e del Sagittario, si concentra un gran numero di ammassi globulari, alcuni dei quali, come M22, visibili anche con un binocolo.
A nord, l’asterismo del Grande Carro si mostra sempre più basso sull’orizzonte; le sue stelle di coda possono essere usate, scendendo a sud, per reperire Arturo, la stella rossa della costellazione del Boote.
Ad est, si evidenzia sempre più alto il Quadrato di Pegaso, che sarà l’asterismo dominante nei mesi autunnali; verso sud-est, l’Aquario è completamente visibile.
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