Descrizione
Insieme con Poppa e Vele, la Carena faceva parte dell’antica costellazione della Nave Argo, suddivisa in queste componenti dall’astronomo francese Nicolas Louis de Lacaille nel 1752.
La sua stella più brillante, Canopo (o Alpha Carinae) è la seconda per luminosità nel cielo notturno dopo Sirio, appartenente alla costellazione del Cane Maggiore. E’ una supergigante gialla di magnitudine apparente -0,72 che si trova a una distanza di 313 anni luce dalla Terra.
Oggetti celesti più importanti
Grazie alla sua posizione nel cielo, la costellazione della Carena è ricca di stelle e altri oggetti interessanti, come ad esempio Beta Carinae (o Miaplacidus), ventinovesima stella del cielo per magnitudine (1,68), o Epsilon Carinae (o Avior), di poco meno luminosa rispetto a Miaplacidus (1,86) e visibile solo dall’emisfero boreale.
Altra stella interessante è Eta Carinae, stella variabile all’interno della Nebulosa della Carena. Venne scoperta da Edmond Halley nel 1677: all’epoca si mostrava con una magnitudine pari circa a 4. Nel 1827, però, aumentò la sua luminosità a poco meno di 1, per poi passare a 1,5 nel 1828. Successivamente, nel 1843, passò a una magnitudine di -1,5, diventando confrontabile come luminosità con Sirio. Nei decenni successivi ritornò a valori molto più bassi (tra 6,5 e 7,9) per poi aumentare la sua luminosità fino a 5 nel 1998. Eta Carinae è, a sua volta, circondata da una nebulosa, la Nebulosa Omuncolo, costituita da gas emessi dalla stella intorno al 1841.
Si segnalano anche le Pleiadi del Sud, un ammasso aperto molto simile per struttura e luminosità alle Pleiadi, ed NGC 3532, visibile ad occhio nudo, noto anche come Ammasso pozzo dei desideri.
Mito
La stella più brillante della costellazione, Alpha Carinae, deve il nome con cui è conosciuta, Canopo, al mitico timoniere dalla nave di Menelao, re di Sparta. Giovane di grande bellezza, morì sulle coste dell’Egitto morso da un serpente velenoso. Sul luogo della sua sepoltura venne eretta una città a lui intitolata, la moderna Abukir, mentre sulla sua tomba pianse la bella Elena, che veniva riportata in patria dopo il sacco di Troia. Dalle lacrime della regina nacque la pianta dell’enula campana.