Ancora all’inizio del Novecento le donne non avevano molto spazio all’interno delle cupole degli osservatori astronomici. Nonostante fossero in possesso di una Laurea in astronomia, molte venivano impiegate come “calcolatrici” per analizzare ed elaborare montagne di dati astronomici, all’epoca raccolti in lastre fotografiche. Era un lavoro lungo e tedioso, affidato alle donne perchè pagate molto meno dei colleghi maschi. Presso l’Osservatorio di Harvard a Cambridge negli Stati Uniti vi era un gruppo di donne che lavoravano come operaie qualificate note come le Harvard Computers. Un membro famoso di queste “donne computer” fu Henrietta Swan Leavitt, la quale, attraverso l’analisi attenta e paziente delle lastre fotografiche, fece l’eccezionale scoperta dell’esistenza di una precisa relazione tra la luminosità e il periodo delle variabili cefeidi (1912). Questo importantissimo risultato ha permesso agli astronomi di valutare la distanza di stelle e galassie anche molto lontane da noi per le quali risultano inefficaci i metodi basati sulla parallasse. Lo stesso Edwin Hubble ha usato la relazione tra luminosità e periodo delle cefeidi per stabilire la sua fondamentale scoperta dell’universo in espansione.
I primi computer degli osservatori astronomici
Quando le donne sostituivano le moderne tecnologie
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