Nel 1959, Charles Percy Snow tenne una conferenza all’Università di Cambridge dal titolo “Le due cultureâ€, aprendo un acceso dibattito destinato a durare a lungo. Snow, dalla sua duplice posizione di chimico fisico e scrittore, lamentava una spaccatura profonda tra la cultura umanistica e quella scientifica, le cui radici affondano fino ai tempi della rivoluzione scientifico-industriale. Una spaccatura tanto arbitraria quanto pervasiva nella società occidentale dell’epoca, che per nulla giovava alla formazione delle nuove generazioni immerse nelle trasformazioni e nelle sfide globali quegli anni. E di cui hanno pagato un forte prezzo anche le donne.
Sono questi i temi chiave del volume Le donne, i cieli, le culture di Anna Curir, astronoma esperta di buchi neri, formazione e dinamica delle galassie, nonchè autrice prolifica, che affianca alla specializzazione in astrofisica un interesse per le neuroscienze e la psicoanalisi, con tanto di laurea in Scienze della Mente. Nel libro, pubblicato dai tipi della Bertoni Editore, la ricercatrice affronta in parallelo il problema delle “due culture”, ancora oggi presente nella nostra società , anche se forse in misura inferiore rispetto ai tempi di Snow, e quello della ridotta rappresentanza del genere femminile nel mondo scientifico, molto evidente in epoca odierna e ancor di più nel passato.
A fare da collante tra “le donne” e “le culture”, come suggerisce il titolo, sono “i cieli”, ovvero l’astronomia, che con quella sua caratteristica mescolanza tra osservazione e narrazione, tra misura ed emozione, non solo è a buon diritto una “terza cultura”, ponte tra il mondo umanistico e quello scientifico, ma addirittura, tra le terze culture, può essere considerata la più antica.
In una serie di brevi capitoli, Curir passa in rassegna i miti più celebri alla base della cultura astronomica, i versi poetici più famosi ispirati al cielo e al cosmo, e il ruolo dell’emozione nella comprensione di fenomeni fisici e astrofisici nella scienza contemporanea. Ricorda inoltre alcune delle più illustri astronome documentate nella storia, da Ipazia a Sophie Brahe (sorella del famoso Tycho), da Nicole-Reine Lepaute – che predisse un’eclissi di Sole nel Settecento – a Caroline Herschel, sorella del celebre William nonchè scopritrice di comete e prima donna a ricevere una medaglia d’oro dalla Royal Astronomical Society, passando per le più moderne Maria Mitchell e Mary Somerville fino a Jocelyn Bell, scopritrice delle pulsar.
Partendo da queste (poche) donne che si sono distinte nella storia dell’astronomia, sfidando pregiudizi ed emarginazione pur restando spesso nell’ombra di mariti, padri, fratelli o colleghi di successo, l’autrice analizza la presenza femminile nelle discipline scientifiche al giorno d’oggi. Fra gli altri cita il lavoro di Evelyn Fox Keller, fisica e femminista statunitense, che ha indagato gli stereotipi più diffusi a proposito delle scienze – scienza uguale oggettività , donne uguale soggettività ; scienza dura e rigorosa, donne irrazionali ed emotive; aggiungete qui il vostro preferito.
Spaziando tra citazioni sia scientifiche che letterarie, Curir si chiede se le donne, vuoi perchè sono state socializzate in modo diverso, vuoi per rispondere ai modelli dominanti, finiscano effettivamente per fare scienza in maniera differente rispetto alle loro controparti maschili. Una scienza forse più interdisciplinare, certamente più relazionale, che contempla la cura, che pone domande nuove, prima ignorate, e che predilige una pluralità di approcci ai problemi del mondo. Una scienza con le caratteristiche giuste per affrontare le sfide sempre più urgenti di oggi e, soprattutto, di domani. Per concludere con il già citato Snow:
Abbiamo parlato di:
Le donne, i cieli, le culture
Anna Curir
Bertoni Editore, 2022
121 pagine, brossurato – € 15
ISBN: 9788855354981
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