Aggiornato il 16 Gennaio 2023
L’Ofiuco, in latino Ophiucus, ovvero colui che porta il serpente, colui che domina il serpente o più semplicemente il serpentario (nome di un rapace, una specie di aquila specializzata nella caccia ai serpenti), è la tredicesima costellazione della fascia zodiacale.
La forma attuale dell’Ofiuco venne stabilita nel 1930 quando l’Unione Astronomica Internazionale si accorse che le due costellazioni del Serpente e dell’Ofiuco erano legate una all’altra, praticamente sovrapposte.
Anche in base alle carte celesti del passato, si decise di suddividere il Serpente in due parti, la Testa e la Coda, separate dall’Ofiuco: è questa conformazione nella sua totalità a essere diventata la moderna costellazione dell’Ofiuco.
Oggetti celesti più importanti
La stella principale della costellaione, Alpha Ophiuchi, nota anche come Ras Alhague, è una stella bianca di magnitudine apparente pari a 2.08 e posta a una distanza di 47 anni luce da noi. Particolarmente luminose sono anche Eta Ophiuchu, anche detta Sabik (2.43 di magnitudine apparente), Zeta, nota come Han (stella blu di magnitudine 2.54), Delta, o Yed Prior (gigante rossa di magnitudine 2.73), e Beta Ophiuchi, anche detta Cebalrai (magnitudine 2.76).
Tra le stelle della costellazione spicca, poi, la famosa Stella di Barnard, posta a una distanza di poco meno di 6 anni luce da noi. Questa ha vissuto momenti di notorietà grazie agli scrittori di fantascienza che, ispirati dalle ricerche continue di pianeti orbitanti intorno a questa stella, in particolare condotte dall’astronomo olandese Peter van de Kamp, hanno spesso immaginato romanzi ambientati su ipotetici pianeti barnardiani.
Graie, poi, alla sua posizione nel cielo, la costellazione dell’Ofiuco presenta diversi oggetti del profondo cielo particolarmente interessanti. Per esempio la parte meridionale, che cade in direzione del centro galattico, presenta un gran numero di ammassi aperti e soprattutto ammassi globulari, osservabili anche con un semplice binocolo.
In particolare, nella zona strettamente legata al Serpente, troviamo M5, un ammasso globulare piuttosto brillante posto nella Testa, composto da circa un milione di stelle distanti all’incirca 24500 anni luce. Inoltre, nella Coda, si trova la Nebulosa Aquila (o M16) al cui centro si trovano i famosi Pilastri della Creazione. Sono delle colonne di gas e polveri interstellari creati dall’azione dei venti solari delle stelle giganti che costituiscono la parte centrale dell’ammasso aperto presente nella nebulosa. All’interno di questa struttura sono in corso una serie di fenomeni che hanno migliorato le nostre conoscenze sul processo di formazione stellare.
Tra gli altri oggetti all’interno della zona coperta dall’Ofiuco, troviamo anche l’ammasso globulare M9 che si trova a circa 5500 anni luce dal centro della Via Lattea e a circa 25800 anni luce dalla Terra. Si segnalano poi M10, M12 (uno degli ammassi con la densità di stelle più bassa), M14, la cui posizione (vicino all’equatore celeste) lo rende facilmente osservabile da tutte le aree popolate del nostro pianeta.
Infine si trova proprio nella costellazione dell’Ofiuco la Supernova 1604, nota anche come supernova o stella di Keplero, che venne osservata da Johannes Kepler il 17 ottobre del 1604. Queste osservazioni confluirono nel libretto De Stella nova in pede Serpentarii e fornirono a Galileo Galilei lo spunto per provare a confutare il dogma aristotelico sull’immutabilità dei cieli.
Mito
Secondo Gavin White, studioso dello zodiaco babilonese, la costellazione dell’Ofiuco deriverebbe da quella del dio Nirah, rappresentato con parte superiore umana e parte inferiore (in particolare i piedi) serpentina.
Una delle tradizioni greche più antiche, invece, identifica la costellazione con il dio Apollo in lotta con il serpente posto a guardia del tempio dell’Oracolo di Delfi.
Un mito successivo, invece, identifica la costellazione con Lacoonte, il troiano che cercò, senza essere creduto, di mettere in guardia i suoi concittadini contro il famoso Cavallo di Troia. Nel cielo sarebbe rappresentato mentre combatte contro i due serpenti marini inviati da Poseidone per punirlo.
Il mito a noi più noto, invece, identifica la costellazione con Asclepio (Esculaio nella tradizione romana), dio della medicina e figlio di Apollo. L’identità della madre è un po’ più incerta (forse Coronide, forse Arsinoe, forse Apollo stesso), ma ad ogni buon conto Apollo, dopo la sua nascita, decise di affidare l’istruzione del piccolo Asceplio a Chirone, il saggio centauro, che gli insegnò le tecniche della guarigione e della caccia.
Asceplio è associato ai serpenti per via di Glauco, giovane figlio di Minosse. Il bambino morì dopo essere caduto dentro un barattolo di miele. Mentre il dio osservava il corpo di Glauco, giunse un serpente che venne prontamente ucciso a bastonate da Asclepio. A quel punto si fece avanti un secondo serpente, che depose sul corpo del suo “amico” alcune erbe che ridiedero vita al cadavere. Asclepio, allora, prese le stesse erbe e le pose su Glauco, che prontamente resuscitò. È per questo che, secondo Igino, l’Ofiuco è rappresentato in cielo con un serpente in mano, diventato simbolo di guarigione a causa del periodico cambio di pelle.