Albert Einstein, a conoscenza del lavoro di Lorentz, semplicemente verificò che queste trasformazioni fossero compatibili con i principi di relatività che aveva elaborato anche a partire dall’incompatibilità delle equazioni di Maxwell alle trasformazioni di Galileo. In particolare i due principi stabilivano che:
- tutte le leggi fisiche devono assumere la stessa forma in tutti i sistemi inerziali;
- la velocità della luce è costante in qualunque sistema di riferimento la si misuri.
A partire da questi due principi Einstein riuscì a ricavare le trasformazioni di Lorentz senza dover passare attraverso le equazioni di Maxwell, ennesima dimostrazione di come la matematica presenti diverse strade per giungere al medesimo risultato.
In conclusione: chiamare le trasformazioni di Lorentz “modello” è abbastanza esagerato, poichè esse sono parte integrante della relatività speciale di Einstein, potremmo dire un suo piccolo pezzo. E infatti è possibile ricavare le trasformazioni a partire dai principi di relatività , senza dover eseguire i calcoli che storicamente portò a buon fine Lorentz.
Note
↑1 | In effetti non fu l’unico a giungere a trasformazioni simili |
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