Come si insegna la scienza? Con le domande, prima delle risposte
Forse la scienza non si insegna spiegando, ma chiedendo. È da questa intuizione che nasce SPRITZ – STEAM Practices for Italian TeacherZ, il corso di formazione per docenti organizzato dall’Istituto Nazionale di Astrofisica (INAF) e dall’Office of Astronomy for Education (I-OAE), ospitato alla Città della Scienza di Napoli dal 12 al 14 settembre 2025. L’idea ha ottenuto un grant nell’ambito del programma internazionale Teacher Training Program (TTP) dell’OAE dell’International Astronomical Union.
Alla call hanno risposto 102 docenti provenienti da tutta Italia. Tra questi, 20 insegnanti sono stati selezionati per il percorso intensivo: 10 della scuola secondaria di primo grado e 10 della scuola secondaria di secondo grado, con una distribuzione geografica omogenea su tutto il territorio nazionale, a testimonianza della volontà di costruire una comunità didattica realmente plurale e partecipata.
Tre giorni di esperimenti, confronto e progettazione condivisa hanno trasformato la didattica scientifica in un laboratorio di curiosità e partecipazione, dove chi insegna torna – almeno per un po’ – a mettersi nei panni di chi impara.
Dal problema alla pratica: la scienza come esperienza

Il corso ha intrecciato attività laboratoriali e momenti di riflessione guidata, offrendo ai docenti strumenti concreti e replicabili nelle proprie classi. L’approccio è student-centered e orientato alla costruzione di strumenti pratici per la didattica: i partecipanti hanno sperimentato in prima persona diverse modalità di apprendimento attivo, riflettendo poi su come adattarle al proprio contesto scolastico.
Un laboratorio per chi insegna
Coordinato da Giannandrea Inchingolo (National Astronomy Education Coordinator, I- OAE), SPRITZ si fonda su tre pilastri metodologici:
- Inquiry-Based Learning (IBL) – l’indagine come motore dell’apprendimento;
- Game-Based Learning (GBL) – il gioco come spazio di esplorazione e creatività;
- Universal Design for Learning (UDL) – l’inclusione come metodo e obiettivo.
Gli insegnanti hanno avuto modo di lavorare anche su casi scientifici reali tratti dall’astrofisica, ad esempio attraverso attività inquiry-based learning, seguendo le cinque fasi del metodo (engage, explore, explain, elaborate, evaluate), hanno affrontato temi come la stima della massa del buco nero al centro della Galassia o la ricerca di esopianeti con il metodo dei transiti.
I workshop, condotti da esperte ed esperti INAF e OAE, hanno permesso di vivere la scienza “da dentro”, sperimentando la differenza tra osservare, ipotizzare e verificare.
L’IBL permette di avvicinarsi al metodo scientifico in modo attivo, spiega Gloria Tirabassi, officer dell’OAE Center Italy. Inoltre mette in luce la dimensione collettiva e cooperativa della ricerca scientifica, aggiunge Stefano Sandrelli, manager dell’OAE Center Italy, che spesso è trascurata nei percorsi scolastici.
Parallelamente, le attività di game-based learning hanno mostrato come il gioco sia anche un linguaggio per l’apprendimento, favorendo il pensiero creativo e l’interazione. Durante i momenti di debriefing, i docenti hanno riflettuto e discusso con il gruppo di lavoro sui possibili adattamenti dei giochi proposti per renderli strumenti valutabili.
Tra i risultati più significativi che il gruppo NAEC Italia porta a casa dopo SPRITZ c’è sicuramente il senso di comunità che si è creato tra docenti provenienti da tutto il territorio nazionale e da diversi ordini scolastici, con la voglia di pensare fuori dagli schemi tradizionali della scuola, racconta Giannandrea. Una fame – o meglio, una sete – a cui con SPRITZ siamo felici di aver dato risposta, e che continueremo a coltivare anche in futuro.
Un percorso che continua nelle scuole

SPRITZ non si esaurisce nei tre giorni di corso: durante l’a.s. 2025/2026, le/gli insegnanti selezionati saranno accompagnati da un team di tutor INAF–OAE per riproporre le attività nelle proprie classi. L’obiettivo è duplice:
- Monitorare l’impatto delle metodologie inquiry e game-based sulla didattica scientifica;
- Costruire una rete nazionale di docenti che condividano pratiche, materiali e riflessioni.
I dati raccolti confluiranno in una ricerca educativa nazionale, con l’intento di contribuire al dibattito internazionale sulla didattica STEM attraverso la pubblicazione di un paper.
Napoli punto di partenza per una comunità in crescita
Portare SPRITZ alla Città della Scienza di Napoli non è stata solo una scelta logistica, ma simbolica: promuovere l’innovazione metodologica anche nel Sud Italia, assicurando equità e accesso alla formazione. Il corso è stato completamente gratuito e ha previsto un kit didattico per ogni partecipante e un contributo spese per chi arrivava da lontano.
Al termine del percorso, su EduINAF sarà pubblicata un repository aperto con materiali, schede e strumenti progettati dai docenti, perché SPRITZ non resti un’esperienza isolata, ma diventi patrimonio condiviso di una scuola italiana più aperta, curiosa e scientificamente consapevole.



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