Sud

Dorado

Descrizione

La piccola costellazione del Dorado, tipica dei cieli australi, venne introdotta per la prima volta tra il 1592 e il 1594 da Petrus Plancius a partire dalle osservazioni compiute dai navigatori olandesi Pieter Dirkszoon Keyser e Frederick de Houtman. All’inizio Plancius diede alla costellazione il nome di Polophylax, che in greco antico indica il guardiano del polo celeste, in questo caso il polo meridionale. La cosa, però, non sembra che durò molto, visto che poi il nome passò a indicare le stelle oggi presenti nelle costellazioni del Tucano e della Gru. Visto il nome l’associazione lascia un po’ perplessi: rispetto a Tucano e Gru, il Dorado si trova indubbiamente più vicino al polo sud celeste.
Il nome Dorado, termine spagnolo che identifica la lampuga (Coryphaena hippurus), venne assegnato alla costellazione da Johann Bayer nel 1603 su Uranometria.
A volte la costellazione viene rappresentata come un pesce spada, questo a causa di Johannes Kepler che, quando curò l’edizione delle Tavole rudolfine di Tycho Brahe nel 1627 chiamò la costellazione Xiphias, ovvero pesce spada.

Oggetti celesti più importanti

Le due stelle più luminose della costellazione, Alpha e Beta Doradus, sono rispettivamente una gigante bianco-azzura di magnitudine apparente 3.3 e una supergigante gialla di magnitudine 3.76. Gamma e Delta, invece, sono più fievoli, con magnitudini rispettivamente di 4.26 e 4.34. Infine Alpha Doradus è anche una stella doppia: le due compagne, però, sono così vicine che è praticamente impossibile distinguerle con strumenti di media potenza.
La costellazione del Dorado, però, è famosa soprattutto perché nella sua area ospita la parte più vasta della Grande Nube di Magellano (la parte meridionale della nube si trova nella costellazione della Mensa). Questa è una delle galassie satellite della Via Lattea e dista da noi circa 163000 anni luce. Ha una massa di circa 10 miliardi di Soli e questo la rende la quarta galassia più “pesante” del Gruppo Locale dopo Andromeda, Via Lattea e Galassia del Triangolo.

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La Grande Nube di Magellano ritratta a partire dai dati raccolti dal satellite Gaia – via commons

Nella parte nord-occidentale della Grande Nube si trova, poi, la Nebulosa Tarantola, uno degli oggetti celesti più grandi, tanto che in condizioni di visibilità particolarmente favorevoli è osservabile persino a occhio nudo. E’ una regione particolarmente attiva dal punto di vista della formazione stellare, come rilevato nella spettacolare fotografia scattata dal telescopio spaziale Hubble:

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La regione di formazione stellare all’interno della Nebulosa Tarantola in uno scatto del telescopio spaziale Hubble – via commons

All’interno della costellazione si trovano anche tre stelle con sistemi planetari confermati. In particolare intorno a Gliese 163, una nana rossa, è stata scoperta una super Terra (circa 7.6 masse terrestri) all’interno della zona abitabile della stella.

Ascensione retta centrale: 5 hrs

Declinazione centrale: -65°

Visibile in: emisfero

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