Descrizione
Pur essendo la meno estesa delle costellazioni, la Croce del Sud risulta una delle più brillanti del cielo serale dell’emisfero australe.
La sua stella principale è Acrux (Alpha Crucis) che è anche la tredicesima stella più brillante del cielo. La costellazione si può osservare interamente a sud del 27 parallelo nord e dall’emisfero australe si contrappone, in un certo senso, all’asterismo del Grande Carro nell’emisfero boreale in quanto, così come la Stella Polare del Carro permette di individuare il Polo Nord celeste, la Croce del Sud permette di individuare il Polo celeste Sud. L’operazione consiste nel tracciare una linea che, partendo dalla stella più settentrionale della croce, Gacrux (Gamma Crucis), scenda a quella più meridionale, Acrux, secondo l’asse maggiore, prolungandola per circa cinque volte. La costellazione si trova comunque nella Via Lattea e il periodo più adatto per osservarla è quello compreso tra febbraio e luglio.
Storia
Le sue quattro stelle più splendenti, dalla caratteristica forma di croce allungata, erano note sin dall’antichità anche se non come una costellazione a sè stante. Erano infatti facilmente visibili dall’Africa del Nord e in particolare da Alessandria d’Egitto che fu per secoli il principale centro scientifico-culturale del mondo antico. Tolomeo, che viveva ad Alessandria, le elenca nel suo catalogo tra le stelle del Centauro con il nome di piedi del Centauro, comprendendovi anche Alfa e Beta Centauri. Al contrario i Romani chiamavano queste stelle il Trono di Cesare. Solo ai tempi delle scoperte geografiche il navigatore Andrea Corsali volle con un po’ di fantasia vedere in quelle quattro stelle a forma di aquilone, il simbolo cristiano della croce, e solo due secoli dopo, nel 1679 l’astronomo Augustine Royer ritagliò quelle stelle dalla costellazione del Centauro creando la nuova costellazione della Croce del Sud. Questa costellazione pur essendo la più piccola del cielo stellato era da tempo divenuta il punto di riferimento dei navigatori dei mari australi e ancora oggi compare sulle bandiere di alcuni paesi dell’emisfero meridionale. Oggi tuttavia, a causa del fenomeno della precessione degli equinozi quella quattro stelle che, una volta erano visibili anche nell’emisfero settentrionale, oggi sono visibili solo a coloro che abitano al di sotto dell’equatore.
Curiosità
Nel Canto I, versi 22-33, del Purgatorio Dante Alighieri vede quattro stelle nell’emisfero meridionale che spesso vengono associate dal lettore proprio con la costellazione della Croce del Sud. Dante, però, parla genericamente di quattro stelle brillantissime in prossimità del polo
sud australe, e non dice nulla sulla loro disposizione. Inoltre Dante afferma di vedere le tre stelle molto prossime al Polo Sud, che è il punto d’incontro della volta celeste con l’asse di rotazione della Terra e questa frase sembra confermare l’ipotesi secondo cui il poeta ha immaginato che in questa zona proibita del cielo intorno al polo australe splendessero sette brillantissime stelle divise in due gruppi opposti di 4 e 3 e le ha usate per la sua allegoria teologica.
Se questa interpretazione fosse valida, oggi possiamo dire che, astronomicamente parlando, la sua immaginazione aveva fallito: infatti intorno al polo australe ci sono solo stelle molto deboli, appena visibili, e non c’è nulla di equivalente alla Stella polare o all’Orsa Maggiore.
Paradossalmente sono stati piuttosto i primi navigatori dei mari del Sud che, suggestionati dai versi di Dante, hanno creduto di riconoscere in quelle quattro stelle quelle immaginate da Alighieri, e hanno di fatto inventato una nuova costellazione. Insomma, Dante sembra essere stato l’involontario ispiratore della Croce del Sud!