I mari lunari come non li avete mai visti in queste due fotografie di Matteo Vacca.
Aggiornato il 28 Settembre 2020
[vc_row][vc_column][vc_single_image image=”17455″ img_size=”full” alignment=”center”][vc_single_image image=”17456″ img_size=”full” alignment=”center”][vc_column_text]I mari lunari, sono grandi e scure pianure basaltiche, formate da antiche eruzioni vulcaniche. I mari coprono circa il 16% della superficie lunare, principalmente sul lato visibile dalla Terra. Sono meno riflettenti degli altopiani e sono il risultato della loro composizione ricca di ferro, e quindi appaiono scuri. Con queste due riprese, ottenute tra il 2019 e il 2020 con il mio telescopio newton in configurazione equatoriale, ho voluto però mostrare un loro lato quasi pittoresco. Con una particolare tecnica astrofotografica chiamata Mineral Moon, ho esaltato e bilanciato correttamente quelli che sono i vari colori dei minerali che costituiscono la superficie lunare. Il blu indica la presenza di basalti ricchi di titanio (Ti) mentre tutto ciò che tende al rosso o al marrone indica invece la presenza di basalti ricchi di ferro (Fe). Questa differenza di tonalità , è molto evidente nella prima immagine in cui il Mare Serenitatis in basso e il Mare Crisium in alto a sinistra, appaiono tendenti al rosso o al marrone e quindi ricchi di ferro, mentre il Mare Tranquillitatis al centro tende al blu per via della forte abbondanza di titanio. Se invece andiamo ad osservare la seconda immagine che ritrae il Mare Nubium a est del cratere Tycho, possiamo fin da subito notare come la superficie sia molto ricca di ferro ma un po’ povera di titanio.[/vc_column_text][vc_custom_heading text=”Come l’ho realizzata” use_theme_fonts=”yes”][vc_column_text]Luogo di ripresa: Milis, ItaliaTelescopio: Guan Sheng Optical da 20 cm su montatura equatoriale motorizzata e camera planetaria ASI ZWO corredata di filtro Baader Planetarium taglia IR/UV[/vc_column_text][/vc_column][/vc_row]
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