Aggiornato il 28 Novembre 2024
Il giorno in cui mi chiederanno di ricordare la mia esperienza e di descriverla in poche parole, io ne utilizzerò solo due: nuvole bianche.
Sembra banale, una descrizione priva di significato o, per meglio dire, non sembra proprio una descrizione, ma per me il significato è molto più profondo: due parole che racchiudono in sè migliaia di ricordi, di sensazioni, di emozioni, di parole. Due parole che rappresentano quel piccolo zainetto che avevo in spalla il giorno della partenza, piccolo, anche se poi tanto piccolo non era poichè al suo interno erano racchiusi tutti quei sogni che mi sono portata dietro, tutti quei sogni che giorno dopo giorno ho cercato di realizzare, anche se talvolta la fatica era immensa e le lacrime mi rigavano il volto.
Nuvole Bianche… Quel giorno, sull’aereo, il segnale che indicava di allacciare le cinture si era acceso e poco dopo la hostess aveva parlato dicendo che presto saremmo atterrati nell’aeroporto di Orlando. Mi ero voltata verso il finestrino e la prima cosa che avevo visto era stato un mare bianco, morbido e soffice come la panna. Quelle nuvole rimarranno per sempre il mio primissimo ricordo della Florida.
Nuvole Bianche… come quelle che osservavo dal finestrino della macchina della mia prima host family il giorno del mio arrivo: non capivo nulla dei loro discorsi e guardare quelle nuvolette piccole e soffici, così alte, così bianche, mi dava un senso di pace.
Nuvole Bianche… bianche come l’ansia che provavo il mio primo giorno di scuola, quando per la prima volta mi sono affacciata in una classe i cui volti mi erano del tutto sconosciuti, e il mio unico desiderio era quello di tornare a casa in Italia.
Nuvole Bianche… come la mia felicità quando, per la prima volta, ho iniziato a fare amicizia con i miei compagni di classe, scambiando con loro prima timidi sorrisi, poi vere e proprie risate.
Nuvole Bianche… come quelle che sto osservando ora dal finestrino del pullman giallo che per l’ultima volta mi porterà a casa da scuola. Sono circondata da tutti quei ragazzi che ora posso finalmente definire ‘amici’: erano estranei e ora eccomi qui, a parlare, a ridere e a scherzare insieme a loro come se ci conoscessimo da sempre. I miei occhi sono lucidi, osservo i miei compagni e ancora non ci credo che da domani non sarò mai più una di loro. Guardo ancora una volta le nuvole, quelle nuvole così bianche che non avevo mai visto prima di venire qui, quelle Nuvole Bianche, bianche come il latte, che hanno osservato ogni mio passo da quando sono qui e che mi hanno accompagnata ovunque, quelle Nuvole Bianche, che probabilmente non rivedrò mai più, ma che senza dubbio rimarranno per sempre nel mio cuore come il ricordo più vivido di questa esperienza.
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