Cose dell'altro cielo

Il cielo sopra Venezia: suoni e spazi cosmici alla Biennale di Venezia 2025

Quest'anno, tra architettura e musica, la Biennale di Venezia dialoga con la scienza, in particolare l'astronomia e l'esplorazione dello spazio.

Quest’autunno, i canali di Venezia non rifletteranno solo la luce delle stelle, ma anche i suoni dell’Universo. La Biennale Musica 2025 trasforma la città lagunare in un osservatorio cosmico, dove l’ascolto diventa viaggio interiore e collettivo. È un appuntamento che sembra fatto su misura per la nostra rubrica Cose dell’altro cielo, che racconta esperienze e visioni che nascono guardando oltre i confini della Terra.
La Biennale di Venezia, fondata nel 1895, è una delle istituzioni culturali più importanti al mondo. Ogni anno accoglie diverse manifestazioni dedicate all’arte, all’architettura, alla danza, alla musica e al cinema. Nel 2025, due di queste sezioni – Architettura e Musica – dialogano tra loro attraverso un filo conduttore cosmico: lo spazio esterno come luogo da abitare, e quello interiore come spazio da ascoltare.

La Biennale Musica: The Star Within

Basinski
The Star Within alla Biennale Musica 2025

Dall’11 al 25 ottobre, la Biennale Musica, diretta da Caterina Barbieri, ci invita a un viaggio intimo e visionario con il tema The Star Within – la stella che brilla dentro di noi. La musica non è solo spettacolo, ma diventa rito, esplorazione e specchio dell’universo.
Tra gli eventi più suggestivi:

  • una processione sonora sull’acqua ideata da Chuquimamani-Condori, che trasformerà la laguna in un rito collettivo sotto le stelle;
  • la prima europea di The Expanding Universe di Laurie Spiegel, pioniera della computer music cosmica;
  • nuove creazioni di William Basinski, Ellen Arkbro e Suzanne Ciani, che fondono emozione e sperimentazione elettronica;
  • l’installazione di Yosuke Fujita, un organo ad acqua che vibra come un ecosistema planetario.

Il programma intreccia tradizione e futuro, dando spazio a culture ancestrali e a linguaggi sonori radicali, in un mosaico che invita a pensare la musica come fenomeno universale e cosmico.

L’estate spaziale della Biennale Architettura

Amazumi Lunares Pila
L’artista Amazumi alla stazione di Ricerca Lunares
Prima che Venezia si riempia di suoni, la Biennale Architettura ha già aperto la strada a un immaginario extraterrestre. A luglio, all’interno dell’Universo Pavilion, ha debuttato A Study in Isolation, un progetto che ha portato per la prima volta una missione spaziale analogica – una simulazione realistica di vita su un altro pianeta – nel contesto artistico della Biennale.
Due artisti nepalesi, Amazumi e Amrit Karki, hanno trascorso due settimane nella Lunares Research Station in Polonia, vivendo in isolamento come astronauti su Marte. Da questa esperienza estrema è nata la performance Against the Dying of the Light, che mescola storytelling, rituali e identità culturale per immaginare futuri spaziali più inclusivi.

Amrit Karki And Amazumi
Gli artisti Amrit Karki e Amazumi
Altri progetti hanno arricchito la sezione architettura con visioni cosmiche:

  • Space Garden, dell’Aurelia Institute, un habitat orbitale pensato per il benessere mentale e ambientale;
  • The Next Earth, curato dal MIT Architecture, che esplora la Terra come sistema planetario e computazionale;
  • Oxyville, realizzato con la partecipazione di Jean-Michel Jarre, che trasforma lo spazio esterno in una struttura sonora immersiva.

La Biennale 2025 ci restituisce l’immagine di una Venezia sospesa tra acqua e stelle. In estate, l’architettura ha esplorato l’abitare e la sopravvivenza oltre la Terra; in autunno, la musica porterà questi temi nel regno dell’ascolto.
In un tempo di crisi globali e sogni interstellari, arte e scienza si incontrano sulle rive della laguna per immaginare nuovi mondi. Tra missioni simulate su Marte e riti sonori sotto il cielo veneziano, la Biennale diventa un luogo dove il cosmo non è solo lontano, ma dentro di noi.
Un invito a guardare, e ascoltare, cose dell’altro cielo.

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