A causa dell’inarrestabile rotazione terrestre, le stelle della volta celeste paiono tutte seguire un’unica ed eterna corsa. Un movimento circolare in cui ogni uomo, con tutto il pianeta sotto i suoi piedi, come sulla cima di un immenso palcoscenico, impersona il protagonista di un cosmico carillon accerchiato da centinaia di astri.
Poeticamente una vera e propria danza, perchè ritmata dal movimento di rotazione della Terra e regolata dall’ordinato sorgere e tramontare delle singole stelle.
Negli ultimi due anni, con un semplice smartphone, mi sono divertito ad immortalare le sfumature di tutte le stelle visibili ad occhio nudo così come appaiono all’oculare di un grande telescopio da 46cm di diametro. Oltre 1250 astri, ripresi tutti rigorosamente a 285 ingrandimenti e volutamente fuori fuoco, al fine di evidenziare al meglio la sfumatura cromatica che caratterizza ognuno.
E dopo averli messi in scala secondo la magnitudine apparente ed assemblato le singole costellazioni che disegnano, ho costruito con essi un unico grande mosaico che permettesse di vedere in una sola occhiata i colori di tutte le stelle entro la quinta magnitudine visibili dalle latitudini italiane.
Il risultato finale, per la varietà di forme e di colori che mostra, sapeva ricordare ciò che si vede guardando attraverso un coloratissimo caleidoscopio; così, al fine di renderlo completamente simile al ludico strumento, applicando all’immagine un semplice “effetto caleidoscopio“, ho riunito in un unico video i risultati venuti fuori al variare dei parametri di questa distorsione, donandogli quindi quei movimenti e quelle simmetriche metamorfosi che caratterizzano un vero caleidoscopio.
Senza neppure volerlo, i colori, la forma ed i ritmici movimenti che ne sono venuti fuori, oltre a dare vita a un vero e proprio caleidoscopio astronomico, hanno rivestito il mosaico di una veste inaspettatamente nuova perchè capace di ricordare quella che nell’antichità sembrava caratterizzare l’intera volta celeste.
All’epoca infatti le stelle visibili ad occhio nudo erano considerate tutte appiccicate all’ultima sfera del cosmo. Ed essa, secondo Pitagora, assieme a quelle di tutti gli altri pianeti, come un immenso strumento musicale, suonava una Musica Universalis: movimenti così grandiosi [infatti] non potrebbero svolgersi in modo silenzioso(1)Cicerone, Somnium Scipionis, in De Republica VI, 18.
Agli occhi degli antichi, questa possente melodia che accompagnava gli oggetti celesti, faceva apparire gli ordinati movimenti dei pianeti e delle stelle come delle vere e proprie danze, capaci di provocare in chi le guardava, un’ineffabile gioia e delizia dell’anima(2)Filone di Alessandria, De Creatione XVII, 53.
Una danza oltretutto, ricca di colori, perchè secondo Platone, oltre che di movimenti e di note musicali, le 9 sfere del cosmo erano caratterizzate anche da specifici colori. E se quella di Marte era rossa e quella di Giove bianca, osservando i differenti colori degli astri più luminosi del cielo, il cerchio delle stelle fisse, il più esterno, non poteva che definirlo variopinto(3)de Res publica, X, 616-617.
Attraverso questa definitiva versione di Kaleidocosmo allora, quell’antica sfera delle stelle fisse "“ rotante e colorata "“ sembra essere tornata a DANZARE. Ed ognuno di noi insieme con essa.
Kaleidocosmo
La cosmica danza di ogni uomo
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