Dopo mesi di gran caldo si torna a settembre, il mese in cui la routine annuale ha di nuovo inizio ma anche il mese in cui le costellazioni estive iniziano a lasciare il passo a quelle autunnali, trainate da uno degli oggetti più noti del cielo come l’ammasso aperto delle Pleiadi. L’estate volge quindi al termine ma mostra ancora in maniera più che apprezzabile alcuni oggetti sul versante di Sud-Ovest mentre l’orizzonte di Est inizia a riprodurre il trailer della nuova stagione. Chi ha voglia di attendere l’alba può addirittura iniziare a vedere gli astri di Orione.
Dal punto di vista del cielo non sarà un cambio indolore visto che, in attesa degli astri più belli della stagione invernale, quelli autunnali sono un po’ meno numerosi e lasciano spazio ad ampie regioni prive di stelle particolarmente luminose. Questo passaggio trova la propria consacrazione il 22 settembre, intorno alle ore 19.20, quando il Sole attraversa l’equatore celeste passando dall’emisfero boreale a quello australe e segnando quindi l’equinozio di autunno.
La costellazione maggiore del mese è Pegaso, dalla quale si risale fino a Andromeda.
L’alba passa dalle ore 6:36 del primo del mese, con il Sole nel Leone, alle 7:05 della fine del mese, quando il Sole è nella Vergine, mentre il tramonto passa dalle 19:41 alle 18:53. L’alba, quindi, ritarda di circa mezz’ora e il tramonto anticipa di 50 minuti circa. Questo perchè anche il mezzogiorno solare si sposta dalle 13:14 alle 13:04. La durata del giorno sta velocemente riducendosi, e prova ne è il fatto che il giorno dell’equinozio la nostra stella divide perfettamente nei due emisferi le ore sopra l’orizzonte da quelle sotto lo stesso (non lasciatevi ingannare dalla maggior durata delle ore di luce: il Sole si fa sentire anche quando è sotto l’orizzonte fino a una certa ora).
Le costellazioni serali
Come detto, il cielo estivo è ancora ben visibile in prima serata quando il Triangolo Estivo appare ancora alto nel cielo (soprattutto Vega nella Lira) mentre la Via Lattea si mostra ancora bellissima, anche se limitatamente a cieli già bellissimi per loro conto (e quindi molto scuri): particolare menzione per la zona che va dal Cigno alla costellazione di Cefeo.
Guardando verso Nord, sempre in più o meno stretto giro intorno alla stella Polare, le costellazioni dell’orizzonte Nord mostrano – in prima serata – una Orsa Maggiore in discesa sul versante di Nord-Ovest. La sua forma a mestolo la rende la costellazione più riconoscibile del cielo e proprio in questo asterismo possiamo andare a riconoscere alcuni astri in particolare. La stella centrale del manico (Mizar), ad esempio, forma una doppia visibile ad occhio nudo. Se vedete la stellina vicino (Alcor), avete superato la visita oculistica alla quale molte civiltà del passato sottoponevano i guerrieri per evitare sbagliassero mira con le lance e le frecce. Si tratta quindi di una stella doppia nota da molto tempo e alla quale si faceva riferimento anche come Il cavallo e il suo cavaliere.
Comincia a salire verso Nord-Est la costellazione di Perseo: lo troviamo a destra dell’Orsa maggiore (verso est) rispetto alla Polare, con la sua forma a figura umana stilizzata che corre con un braccio teso in avanti. Cominciamo ad osservare la stella corrispondente alla mano: Algol. Si tratta di una stella variabile su scala di meno di tre giorni quindi potete confrontarla con la luminosità delle stelle vicine e comprendere perchè si merita l’epiteto di stella del demonio: vedere una stella “fissa” variare di luminosità così rapidamente era un evento che destava stupore e preoccupazione nelle popolazioni più antiche.
In corrispondenza alla testa del Perseo spicca – anche ad occhio nudo per i fortunati possessori di un cielo scuro – il Doppio Ammasso del Perseo (Xi e Chi Persei, o anche NGC 884): si tratta della prospettica sovrapposizione di due ammassi aperti che, soprattutto all’interno di uno strumento ad ampio campo e luminoso come un binocolo, è in grado di offrire uno spettacolo mozzafiato. A occhio nudo potrete apprezzare una lieve macchiolina opaca tra Perseo e Cassiopea.
Così come Perseo, sale sempre di più anche la costellazione di Cassiopea, con la sua caratteristica forma a W, preceduta dalla costellazione di Cefeo che si presenta con la classica forma a casetta, in questo periodo rovesciata.
Verso Est sorgono le costellazioni di Ariete, già in prima serata, e Toro, un po’ più tardi, ad anticipare un cielo che nei prossimi mesi tornerà spettacolare e che per questo rimandiamo alle prossime occasioni. Un astro che può attrarre la vostra attenzione per la luminosità , basso in prima serata sul versante di Nord-Est, è senz’altro Capella nella costellazione di Auriga: se avrete la pazienza di attenderne la salita nel cielo potrete apprezzare il colore giallo simile a quello del nostro Sole.
Se da Est saliamo verso lo Zenit (il punto del cielo sopra la nostra testa), a metà strada, risulta visibilissimo un grande quadrato di stelle, con uno spigolo verso il basso, che rappresenta il corpo del cavallo alato di Pegaso, costellazione che conta un centinaio di astri con magnitudine inferiore alla sesta e quindi in grado di essere osservate a occhio nudo in condizioni ideali. Le sue stelle principali sono battezzate Markab e Scheat. Una delle stelle che compone il quadrato, in realtà , appartiene ad Andromeda dopo una ridefinizione dei confini: quella che un tempo era nota come delta Pegasi, quindi, ora è nota come Alpha Andromedae o, più facilmente, Sirrah. All’interno della costellazione di Pegaso è presente anche la stella 51 Pegasi (non visibile ad occhio nudo), intorno alla quale – per la prima volta – venne scoperto un pianeta in orbita a una stella diversa dal Sole, ciò che chiamiamo “esopianeta” e che oggi possiamo contare in un numero superiore a quattromila elementi accertati. Pegaso, mitologicamente parlando, era il cavallo alato montato da Bellerofonte durante il duello che lo vide vincere contro la Chimera, ma la forma di quadrato di certo non va a ricordare un equino.
La costellazione di Andromeda offre un altro oggetto visibile a occhio nudo, forse il più famoso: la galassia di Andromeda (M31 dal numero occupato all’interno del Catalogo firmato da Charles Messier) dista da noi circa 2.5 milioni di anni luce, quindi la luce che colpirà i vostri occhi viene da un viaggio lungo 2.5 milioni di anni. Si tratta di un oggetto molto simile alla nostra Via Lattea, quindi un agglomerato di gas, polvere e stelle il cui destino è quello di fondersi con la nostra Galassia in un futuro distante ancora miliardi di anni, sebbene gli aloni che circondano M31 e Via Lattea sono già ora molto vicini. Se volete saperne di più su questa futura collisione il consiglio è di dare una occhiata a cosa ne dice (e come la simula) la NASA a questo link.
Come fare a trovare questa galassia? Prendiamo lo spigolo sinistro del quadrato di Pegaso (quello verso Nord). Vediamo delle stelle allineate corrispondenti alla costellazione di Andromeda.
La seconda stella dopo lo spigolo del quadrato di Pegaso lungo questo allineamento ha due stelline allineate verso l’alto. La galassia di Andromeda è subito sopra queste stelline. In cieli molto bui è visibile ad occhio nudo, sempre come una debole macchiolina lattescente, ma normalmente basta un binocolo per semplificare notevolmente l’osservazione. In entrambi i casi, tuttavia, non vi aspettate di vedere qualcosa di simile all’immagine proposta di M31: scattare una immagine vuol dire immagazzinare e sommare tutta la luce che raggiunge il sensore della fotocamera per tutto il tempo dell’esposizione della foto, che può durare anche minuti. E’ come se lasciassimo i nostri occhi aperti per mezz’ora e se tutti i fotoni che ci giungono potessero quindi essere sommati. Il nostro occhio non funziona così: ciò che vediamo in un istante è perso nell’istante successivo, sostituito ogni volta da un nuovo fotone. Possiamo “vedere” con i nostri occhi soltanto immagini istantanee, ma sapere che la luce che stiamo vedendo ora è partita da Andromeda 2.5 milioni di anni fa rende il tutto meno frustrante e sicuramente molto emozionante.
Sopra la testa, allo Zenit, è ancora presente l’estiva costellazione del Cigno, con la sua forma a croce (non a caso è detta Croce del Nord per contrapposizione alla costellazione australe della Croce del Sud) unitamente alla luminosissima stella Vega della Lira.
Proviamo ad individuare la più piccola costellazione del cielo: sotto il braccio sinistro della croce verso la stella Altair, c’è il Delfino, visibile come un piccolo aquilone di stelle legato a un filo e i cui astri raccontano la storia di una amicizia, quella di Padre Piazzi per Nicola Cacciatore, all’epoca assistente dell’osservatorio di Palermo. Le due stelle più brillanti della costellazione, infatti, prendono il nome di Nicola Cacciatore, in latino Nicolaus Venator, ma il nome è stato assegnato al contrario: questo vi renderà sicuramente più semplice ricordare come le due stelle principali del Delfino abbiano nome Sualocin e Rotanev.
L’orizzonte Sud è occupato dalle costellazioni più facilmente osservabili, quelle che “passano in meridiano” raggiungendo le altezze maggiori durante il proprio tragitto celeste. La zona è segnata da due astri in particolare che, tuttavia, stelle non sono: si tratta dei pianeti giganti Giove e Saturno, reduci entrambi dalle rispettive opposizioni raggiunte nel mese di agosto 2021 e quindi ancora molto visibili, sebbene il tragitto dei corpi del Sistema Solare durante le notti estive non consente di raggiungere altezze ragguardevoli. Dobbiamo quindi osservare in direzione delle costellazioni più basse. Sia Saturno che Giove sono presenti nel Capricorno, del quale parleremo a breve, ma Saturno si trova spostato dalla parte del Sagittario visto che fino a poco fa era la costellazione che lo accoglieva. Giove appare notevolmente più luminoso rispetto a Saturno e durante il mese, come vedremo, entrambi i pianeti saranno visitati dalla Luna durante il suo moto intorno alla Terra, dando luogo a spettacolari congiunzioni.
Il centro del cielo nel versante Sud è occupato dalla costellazione dell’Aquila, già vista durante i mesi estivi ai quali si rimanda.
Più in basso e maggiormente verso est è presente la costellazione del Pesce Australe, resa celebre dalla presenza di Fomalhaut, facilmente rintracciabile trattandosi dell’unica stella di prima grandezza presente in zona. Fomalhaut è una delle quattro “stelle reali” o “osservatori celesti” dell’antica Mesopotamia insieme a Regolo nel Leone, Aldebaran nel Toro e Antares nello Scorpione, ed è stata famosa per l’immagine di quel che si riteneva uno dei pochissimi esopianeti scoperti tramite immagine diretta salvo poi constatarne la natura evanescente durante le ultime riprese del 2020. La stella dista da noi 25 anni luce circa e brilla di magnitudine 1.2, rappresentando la bocca del Pesce (il nome deriva dall’arabo Fum al Hut, che significa proprio questo) nonchè la diciassettesima stella più brillante del cielo. Ha una età di appena 200 milioni di anni e nel 1998 ha consentito, appunto, di ottenere una immagine di ciò che sembrava il primo esopianeta a essere stato direttamente fotografato (Fomalhaut b). Le nuove osservazioni mostrano come questo oggetto potrebbe in realtà essere ciò che resta della collisione di due corpi ghiacciati: la luce “planetaria”, infatti, sembra in via di evaporazione e anche il percorso sembra appartenere più a una via di fuga piuttosto che a una orbita chiusa.
Costellazione del mese è anche il Capricorno, che quest’anno accoglie Saturno e Giove. Con circa 400 gradi di cielo ci si potrebbe attendere una costellazione abbastanza facile da riconoscere ma nonostante l’estensione si tratta di una zona di cielo decisamente spenta. Mitologicamente rappresenta una capra di mare, con la coda di pesce. Questo personaggio, Pan, si gettò nel Nilo per sfuggire al mostro Tifone, trasformandosi in pesce per la sola parte sommersa. Delle stelle, la più brillante sfiora la terza grandezza mentre due delle principali sono doppie. Di queste, Al Giedi è una coppia distinguibile già a occhio nudo, ma si tratta di un semplice allineamento visivo visto che i due astri non sono tra loro legati gravitazionalmente e non formano, quindi, un sistema stellare. Un tempo le due stelle erano tra loro più vicine di quanto non lo siano oggi e solo dal diciassettesimo secolo la coppia sembra possa essere risolta senza ausilio di strumenti ottici.
Prima di passare a Ovest, possiamo dedicare uno sguardo all’Acquario, verso Sud-Est. Estesa ma decisamente debole, la costellazione rappresenta Ganimede, coppiere degli dei: tiene in mano una coppa dalla quale versa continuamente acqua che va a formare un lungo fiume. Nonostante questo, la forma delle stelle non ricorda alcunchè mentre come oggetti principali, puramente telescopici, la costellazione si vanta della Nebulosa Saturno e della Nebulosa Elica, entrambe nebulose planetarie (e quindi resti di stelle simil-solari oramai decedute) spettacolari.
Il versante Ovest abbraccia in prima serata gli ultimi scampoli di alcune costellazioni primaverili come il Contadino della brillante stella Arturo. In via di tramonto anche la Corona Boreale e Ofiuco, mentre Ercole si abbassa più lentamente. Si tratta di costellazioni che abbiamo già incontrato nei mesi scorsi, quindi a questi rimandiamo.
Sciami meteorici
Dopo lo sciame delle Perseidi, il più famoso dell’anno, l’attività meteorica non si ferma e anche settembre regala stelle cadenti. In particolare si registrano i seguenti picchi di attività , non eccezionali ma comunque sempre in grado di affascinare:
- 1° settembre: Alfa Aurigadi, attive dal 25 agosto all’8 settembre con ZHR pari a 7
- 8 settembre: Perseidi di settembre, attive dal 5 settembre al 10 ottobre e ZHR pari a 6
- 12 settembre: Aries-triangulidi, attive dal 9 al 16 settembre, con ZHR pari a 3
- 20 settembre: Piscidi, attive dal 1 al 30 settembre, con ZHR pari a 3
- 20 settembre: Kappa Aquaridi, attive dall’8 settembre al 30 settembre con ZHR pari a 3
La Luna
A settembre 2021 la Luna presenta il proprio ciclo nel modo che segue:
La prima parte del mese è favorevole alla ripresa del profondo cielo, soprattutto nella prima parte della notte visto che la Luna decrescente sorge nella seconda parte della notte. Il tutto durerà per i primi dieci giorni, con il periodo dal 6 al 19 settembre favorevole per la ripresa della falcetta crescente di Luna con luce cinerea. Da questo momento in poi il terminatore amplificherà le diverse zone superficiali rendendo ogni osservazione sempre più dettagliata fino al plenilunio del 21 settembre.
I pianeti
Quali pianeti saranno visibili durante il mese di settembre 2021?
- Mercurio raggiunge la massima elongazione est a metà mese, mostrandosi quindi come stella serale. L’altezza raggiunta non consente comunque osservazioni comode.
- Venere è visibile ancora come stella serale, tramontando alle 21.11 nella Vergine a inizio mese e alle 20.34 nella Bilancia a fine mese. Le occasioni di osservazione si stanno quindi riducendo.
- Marte è molto basso rendendosi quasi totalmente invisibile per tutto il mese di settembre. Passa da Leone a Vergine mentre il suo tramonto anticipa dalle 20.30 alle ore 19.00 di fine mese.
- Giove e Saturno sono ancora visibili per quasi tutta la notte, muovendosi entrambi nel Capricorno.
- Urano sorge intorno alle 22 a inizio mese e intorno alle 20 a fine mese, mostrandosi quindi per tutta la notte nella costellazione dell’Ariete. La sua osservazione a occhio nudo è comunque decisamente complessa.
- Nettuno anticipa di due ore il movimento di Urano, sorgendo alle 20 a inizio mese e alle 18 circa a fine mese. In opposizione il 14 settembre. Non risulta visibile a occhio nudo.
Eventi celesti principali
Il 10 settembre in prima serata la Luna è in congiunzione con il pianeta Venere, in uno degli eventi più facilmente osservabili del cielo. La Luna, illuminata all’11%, tramonta alle ore 21.24 nella Vergine e nel momento di migliore osservabilità i due astri sono distanti comunque quasi 10 gradi.
Il 17 settembre la Luna è in congiunzione con il pianeta Saturno, distanti 4° nel momento di migliore visibilità .
Il 18 settembre la Luna è in congiunzione con il pianeta Giove, a una distanza angolare di 5° circa per una migliore osservazione nelle ore che precedono l’alba.
Il 25 settembre la Luna, che sorge alle 21.25 in fase dell’85%, si trova a meno di 10° dall’ammasso aperto delle Pleiadi (M45) nel Toro.
Il 26 settembre la Luna al 78% si trova in congiunzione con la stella Aldebaran del Toro, a una distanza di 3° circa.
Stazione Spaziale Internazionale
La ISS regala passaggi visibili sul nostro Paese nelle scomode ore prima dell’alba fino al 13 del mese per poi passare a transiti serali, decisamente più comodi, dal 14 settembre in poi.
In particolare si segnalano i seguenti passaggi, presi per il Centro Italia, mentre per una lista esaustiva di tutti i passaggi per ciascun luogo di osservazione si può fare riferimento alla apposita pagina del sito di Associazione AstronomiAmo.
16 settembre ore 20:48 – 20:53, con altezza massima di 69°, passaggio da SO a ENE.
20 settembre ore 19:16 – 19:27, con altezza massima di 73°, passaggio da SO a ENE.
Add Comment