Aggiornato il 27 Maggio 2022
L’ultima edizione di Play a settembre 2021, la prima dall’inizio della pandemia, aveva avuto come tema rinascita ed era diventata una “rivincita“, nei confronti della paura, delle restrizioni, della difficoltà a stare (e giocare) insieme.
La 13esima edizione della manifestazione, che da febbraio è diventata Fiera Internazionale, si è tenuta dal 20 al 22 maggio 2022, tornando alla primavera e alla capienza completa. E INAF c’era, anche questa volta. Sempre più coinvolto, sempre più partecipe, e con una riconoscibilità sempre maggiore. Uno stand dedicato, una multitavolo di ruolo, 2 conferenze, un evento serale e i suoi giochi in demo, insieme a quelli che sta studiando per evidenziarne la vicinanza al mondo della ricerca astrofisica.
Abbiamo progettato tutte le attività proposte a Play secondo la nostra idea di gioco, che ricalca in modo commovente la natura di questa Fiera: il gioco è una attività seria e fondamentale, non solo per conoscere, ma anche per sviluppare tantissime competenze, fin da bambini e poi nell’arco di tutta la vita. Il tema del nostro stand era Play to Learn – Learn to Play. Gioca per imparare tutto quello che puoi e che vuoi. Ma anche impara a giocare, riconquista il tempo del gioco e restituiscigli il valore di crescita personale, di presenza a sè stessi, agli altri e alle cose. Una sintonia commovente con Play, per le contaminazioni e le ispirazioni che questa visione del gioco porta con sè per noi.
La scienza ha tante somiglianze con il gioco: gli scienziati sanno di non sapere tante cose e le studiano con impegno e passione, usano il loro ingegno per costruire da zero artefatti che permettono di capirci di più, si confrontano quotidianamente con il potere dell’errore che insegna e guida. E interagiscono con gli altri scienziati, la loro comunità di apprendimento, e con tutti gli altri, condividendo la loro conoscenza e le loro scelte in un processo democratico.
Uno dei tavoli era dedicato al playtest di giochi a tema astrofisico che il gruppo di ricerca INAF sul gioco ha selezionato in base al loro successo sul mercato ma anche alla loro pertinenza con le meccaniche della ricerca scientifica, nell’ambito della creazione di una ludografia astrofisica ragionata. .In demo allo stand c’era anche l’attività ludica Grandi osservatori astronomici: impatto su territorio e società sviluppata sul modello del Play Decide, un format che presenta temi caldi del rapporto tra scienza e società e guida i giocatori a dibattere e argomentare le proprie idee, per arrivare a una posizione condivisa. l tema sviluppato da INAF è pronto per essere inserito sulla piattaforma Playdecide e essere diffuso anche alla comunità astronomica internazionale.
Lo stand ha ospitato l’area Tinker Space – Officina degli Errori, che ha debuttato a Play già nel 2019, in cui una grande pista delle biglie si creava e distruggeva a opera di chi ci giocava per cercare di rallentare in modo ragionato la caduta, con fantasiosi percorsi costruiti con materiali di tutti i giorni.
A questo spazio quest’anno abbiamo affiancato l’esposizione del modello di qualifica del satellite Planck e l’exhibit A caccia di onde radio, un’attività interattiva per scoprire quali materiali sono i più adatti per la costruzione di un radiotelescopio e quali strategie si possono mettere in atto per creare strumenti efficienti e performanti.
Una cosa ci preme sottolineare. Mettere in evidenza quanto il gioco risuoni con la ricerca scientifica non significa sminuirne la complessità , anzi. Giocare con i processi della conoscenza scientifica contribuisce a restituirle umanità e a presentarne l’aspetto democratico, il valore di scelta e impiego personale. Ma anche a sottolineare il fatto che la scienza non è un corpo statico e sterile, un libro da aprire e studiare, ma una storia a cui partecipare, per conoscerla, capirla e apprezzare la molteplicità di visioni e idee che contiene.
Per questo abbiamo organizzato l’evento Houston, problem solved! PLAY on Earth to survive on Mars in cui abbiamo chiesto a Ignacy Trzewiczek, autore del gioco da tavolo First Martian, che tanto fedelmente riporta le difficoltà della possibile colonizzazione umana di Marte, di confrontarsi con Roberto Orosei dell’INAF e parlarci di come ha costruito il gioco, come gli è venuta in mente l’idea e cosa voleva raccontare. L’autore ha raccontato il suo percorso di studio e approfondimento sulla letteratura scientifica, l’impegno di conoscenza che ha affiancato il design del gioco e la passione che ne è scaturita. Orosei ha molto apprezzato il risultato in termini di correttezza scientifica e insieme hanno discusso come i giocatori possano essersi sentiti ancora lontani dalle sfide proposte dal gioco, segno forse che ancora l’esplorazione spaziale tende a rimanere un bel sogno, di cui riconosciamo la parte immaginifica ma non ancora quella problematica.
In che modo le diverse pratiche di coinvolgimento su tematiche scientifiche possono contribuire a creare una cittadinanza piena e partecipata? Quali sono i limiti e le opportunità nella comunicazione, divulgazione ed educazione scientifica, fatta anche attraverso il gioco? Ne abbiamo parlato con i divulgatori Michele Bellone, Adrian Fartade e Luca Perri e con Andrea Ligabue, direttore artistico della Fiera e ludologo, nella tavola rotonda Scienza, comunicazione, divulgazione ed educazione. Linguaggi e pratiche per una cittadinanza scientifica, in cui ci siamo confrontati su strumenti, aspettative e futuro del rapporto tra scienza e società , e della interdisciplinarietà da cui la scienza non può più prescindere.
Luca Perri e Adrian Fartade hanno anche accettato la nostra sfida a confrontarsi nello spettacolo serale Sia per Venere che per Marte… Si parte?, fuori dalle mura della fiera, a contaminare la città di Modena, in un gioco sospeso fra ottimismo e cinismo, alla scoperta delle due facce dell’esplorazione marziana e non solo, con lo sguardo rivolto all’insù ma i piedi ben piantati per terra.
E una sfida l’abbiamo raccolta anche noi, quando abbiamo accettato l’invito di Play e dell’associazione Genitori di Ruolo a cimentarci con un enorme multitavolo di gioco di ruolo con quasi 150 studenti delle scuole medie, divisi in 28 tavoli, con 28 master, anche alcun di noi, a costruire e vivere l’avventura, ideata da INAF, di un umanità scappata da una Terra non più vivibile, che può ora tornarci, tra sfide per la sopravvivenza e per la convivenza, con l’idea di costruire all’arrivo un mondo migliore. Il personale INAF alla multitavolo ha potuto confrontarsi con i master di Genitori di Ruolo per affinare un’altra professionalità e affiancarla alla proprie competenze di “cantastorie dell”Universo”.
La collaborazione tra INAF e Play continua, uno splendido teatro per la nostra ricerca su educazione, gioco e creatività , ma anche un dialogo super-prolifico che porta a nuovi sviluppi, nuove riflessioni, nuove idee, nuove sfide.
Alla prossima! E, come ormai ci siamo abituati a dire grazie ad Andrea Ligabue… buon gioco!
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