Inverno Nord

Toro

Aggiornato il 3 Novembre 2021

Descrizione

Compresa tra Ariete e Gemelli, quella del Toro è una grande costellazione zodiacale, tipica del cielo invernale boreale. E’ facile da individuare grazie alla forma a V che ne stilizza la testa, dove spicca Aldebaran (Alpha Tauri), gigante arancione che ne identifica l’occhio, e le corna, costituite da Elnath (Beta Tauri), stella azzurra nota anche come l’Auriga, e Alheka (Zeta Tauri), anch’essa azzurra nonché il corno meridionale del Toro.

Oggetti celesti più importanti

Come detto, la stella principale del Toro è Aldebaran, Alpha Tauri, la tredicesima stella apparentemente più luminosa, gigante arancione grande 40 volte il nostro Sole.
Aldebaran ha una compagna ma è talmente debole da essere visibile a malapena con un telescopio.
La V che marca la testa del Toro è disegnata per lo più da stelle che appartengono ad uno stesso ammasso aperto, l’Ammasso delle Iadi: dista solo 140 anni luce, il che lo rende il più vicino tra quelli conosciuti, e contiene circa 200 stelle.

Attenzione
Aldebaran sembra appartenere alle Iadi ma in realtà è solo un effetto prospettico. La stella, infatti, si trova a circa metà strada tra noi e l’ammasso.

Le Pleiadi (M45), che si trovano a nord dell’equatore celeste in una zona tradizionalmente identificata con la spalla del Toro, sono un degli ammassi aperti più luminosi e studiati del cielo: si tratta di un migliaio di stelle blu giovani e luminose in parte immerse nella polvere interstellare che riflette la loro luce.

L’ammasso delle Pleiadi – via commons

L’intero ammasso dista 410 anni luce, tre volte più lontano delle Iadi.

Curiosità
Le sei stelle più brillanti disegnano una figura simile al Piccolo Carro e talvolta vengono scambiate erroneamente per questa costellazione.

M1, la Nebulosa del Granchio, composta dai gas eiettai da una stella esplosa nel 1054 D.C. ed osservata dagli astronomi cinesi.

La nebulosa del Granchio – via commons

Al suo centro si trova il resto di questa stella, una piccola stella a neutroni in rapida rotazione su se stessa ma dotata di una fortissima attrazione gravitazionale.

Mito

Un giorno Zeus vide la bella Europa, figlia del re Agenore o, secondo altre tradizioni, del re Fenice, intenta a giocare con le sue ancelle e ne rimase colpito.
A questo punto, per poterla avvicinare, Zeus ordinò a Ermes di condurre i buoi del padre di Ermes verso la spiaggia: tra questi Zeus si nascose tramutato da toro bianco e si distese ai suoi piedi.
Colpita dalla mansuetudine dell’animale, Europa salì in groppa a Zeus tramutato, che così partì al galoppo attraversando il mare fino all’isola di Creta.

Il rapimento di Europa di Rembrandt van Rijn – via commons

Giunti sull’isola Zeus mostrò il suo vero aspetto e tentò di convincerla a unirsi a lui, anche con la violenza. La fanciulla, però, resistette, così il dio si tramutò in aquila e riuscì a sopraffarla, c’è chi dice in un bosco di salici chi sotto un platano.
Ad ogni modo, nonostante Agenore inviò i suoi figli a cercarla, non venne mai ritrovata.
Dalla violenza di Zeus su Europa nacquero tre figli, Minosse, Radamanto e Sarpedonte, che vennero successivamente adottati da Asterio, re di Creta e sposo di Europa.
La costellazione del Toro, però, oltre a identificare la trasformazione di Zeus, è a volte associata con il Minotauro, figlio del tradimento di Pasifae al marito Minosse (il figlio di Europa) con il sacro toro di Creta.

Ascensione retta centrale: 5 hrs

Declinazione centrale: +20°

Visibile in: emisfero

Stagione:

Scheda a cura di

&